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Silvia Sardone denuncia Baby Gang per diffamazione, il giudice archivia: “Solo frasi generiche, nessuna minaccia”

Nel 2023 l’eurodeputata leghista Silvia Sardone aveva denunciato per diffamazione Zaccaria Mouhib, il trapper noto con il nome di Baby Gang, per una storia pubblicata su Instagram. Il gip di Milano, però, ha disposto l’archiviazione del fascicolo.
A cura di Enrico Spaccini
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Silvia Sardone (foto da LaPresse) e Baby Gang (foto da Instagram)
Silvia Sardone (foto da LaPresse) e Baby Gang (foto da Instagram)

Il giudice per le indagini preliminari di Lecco, Gianluca Piantadosi, ha disposto l'archiviazione del procedimento a carico di Zaccaria Mouhib, il trapper noto con il nome di Baby Gang, per una presunta diffamazione ai danni di Silvia Sardone. L'europarlamentare della Lega lo aveva querelato per una storia Instagram pubblicata dal cantante nel luglio del 2023 nel quale si leggeva: "Porti solo ignoranza e razzismo e per questo che dico che se ce l'avete fatta voi a entrare in politica ce la posso fare anche io". Per il giudice, il contenuto è "talmente generico da non essere concretamente idoneo a istigare chicchessia a delinquere e a poterlo ritenere indirizzato a Sardone in particolare".

A segnalare che il "commento" di Baby Gang fosse indirizzato a un post pubblicato su Facebook da Sardone era stato un utente. L'europarlamentare leghista aveva scritto un testo in cui parlava di una presunta correlazione tra la matrice violenta degli scontri avvenuti in Francia quell'estate, dopo la morte di un ragazzo di origini algerine durante un controllo di polizia, e le modalità di gestione dei flussi migratori.

Per il giudice Piantadosi, però, non ci sarebbe "alcun elemento" che indichi un collegamento tra la storia Instagram del trapper, difeso dall'avvocato Niccolò Vecchioni, e le dichiarazioni di Sardone. Inoltre, ha scritto il gip nel decreto di archiviazione riportato da Ansa, le parole "reputate minacciose non costituiscono, in realtà, una vera e propria minaccia né vi sono altre frasi intimidatorie". Per questo motivo, la Procura di Milano aveva richiesto l'archiviazione del fascicolo aperto con l'ipotesi di reato di diffamazione. Richiesta alla quale Sardone si era opposta, ma che è stata accolta dal giudice del Tribunale milanese.

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