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Si laurea in Filosofia solo con 110: fa ricorso per la lode negata dalla commissione, ma il Tar lo boccia

Il Tar ha rigettato il ricorso di uno studente dell’Università Statale di Milano che ha conseguito la laurea magistrale in Scienze filosofiche ad aprile 2022. La commissione aveva deciso di non conferirgli la lode e il tribunale le ha dato ragione ribadendo che non è tenuta a motivare le proprie scelte.
A cura di Enrico Spaccini
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Foto di repertorio
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Uno studente dell'Università Statale di Milano che ad aprile del 2022 ha conseguito la laurea magistrale in Scienze filosofiche ha presentato ricorso al Tar della Lombardia perché la commissione gli ha negato la lode. Secondo il dottore in Filosofia, il voto di 110 su 110 non sarebbe sufficiente a descrivere la sua "eccellente carriera accademica, la pregevolezza della tesi, nonché la qualità della discussione finale". Il collegio presieduto da Daniele Dongiovanni, però, lo scorso 22 febbraio ha rigettato il ricorso del neolaureato ribadendo come l'attribuzione della lode, così come quella del bacio accademico, spetta alla sola commissione esaminatrice che deve essere unanime nel conferirla. In caso di parere contrario, i docenti non sono tenuti comunque a motivarlo.

Il ricorso per la mancata lode

La discussione della tesi si era tenuta ad aprile del 2022 e il voto finale era di 110 su 110. Nonostante si tratti del secondo voto più alto a cui un neolaureato può aspirare, lo studente aveva deciso di opporsi presentando un ricorso interno. Secondo lui, infatti, avrebbe meritato la lode e la commissione esaminatrice non avrebbe rispettato i criteri per l'attribuzione. Questi sono specificati all'articolo 20 del regolamento dell'Università Statale di Milano e indicano come elementi da prendere in considerazione per la lode "non solo la valutazione del lavoro finale e della relativa discussione, ma anche il complessivo percorso di studi".

Come riportato da Il Giorno, l'ormai ex studente era convinto di aver soddisfatto "tutti i parametri" e che gli "eventuali errori ortografici e grammaticali presenti nel lavoro finale non avrebbero dovuto essere considerati". Il neolaureato, infatti, è affetto da "dislessia, discalculia e disortografia certificate" e per questo ravvisava violazioni anche nella normativa per il diritto allo studio dei portatori di disturbi specifici dell'apprendimento. Per questo motivo aveva presentato subito un ricorso interno, rigettato dal rettore.

La decisione del Tar della Lombardia

Ottenuto il primo parere contrario, il dottore in Filosofia ha presentato la questione al Tar della Lombardia accusando la commissione di "difetto di motivazione" nella scelta di non attribuirgli la lode. Il caso è stato esaminato dal collegio presieduto da Daniele Dongiovanni che, lo scorso 22 febbraio, ha deciso di respingere un'altra volta il ricorso del neolaureato.

Riprendendo in mano l'articolo 20 del regolamento dell'ateneo, il Tribunale ha sottolineato come l'eventuale attribuzione della lode sia sì "subordinata alla accertata rilevanza dei risultati raggiunti dal candidato e alla valutazione unanime della commissione finale", ma che comunque una "eccellente carriera accademica" non è un "lasciapassare per l’attribuzione della lode". La lode è un'eccezione e la decisione di conferirla o meno a uno studente è rimessa alla sola commissione esaminatrice che, in caso di parere contrario, non deve motivare le proprie scelte.

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