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Separate a Monza gemelline siamesi di due anni e mezzo attaccate dalla testa: una è morta durante l’intervento

La complicata operazione di separazione all’ospedale San Gerardo di Monza (per cui si contano meno di 60 interventi in Italia dal 1960 ad oggi) ha richiesto un lavoro di dieci mesi e un intervento di 48 ore. Le due gemelle erano unite dal cranio.
A cura di Francesca Del Boca
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Ospedale San Gerardo Monza
Ospedale San Gerardo Monza

Due gemelline siamesi di due anni e mezzo, unite per la testa dalla nascita, sono state separate con un intervento di 48 ore consecutive all'ospedale San Gerardo di Monza. Una delle due bimbe, però, non ha superato la fase finale dell'operazione, mentre la gemella sopravvissuta si trova ora ricoverata in terapia intensiva neurologica: come spiega l'ospedale, presto sarà in grado di intraprendere il proprio cammino verso l'autonomia motoria.

Le piccole di nazionalità senegalese, giunte in Italia nel luglio 2024, presentavano dalla nascita una fusione cranio-encefalica, con una connessione estesa tra le ossa del cranio, i tessuti cerebrali e il sistema vascolare. Si tratta di una forma rarissima, un caso ogni 2,5 milioni di nascite, per cui si contano meno di 60 interventi di separazione dal 1950 ad oggi: l'ultima operazione analoga in Italia risale infatti al 2017, avvenuta presso l'Ospedale Pediatrico Bambino Gesù di Roma.

"Noi tutti abbiamo avuto l'opportunità di prenderci cura di queste due bambine e della loro famiglia, affrontando insieme un percorso lungo e complesso per trattare una rara e gravissima malformazione cranio-encefalica", hanno commentato  medici e infermieri dell'ospedale San Gerardo. Un'équipe multidisciplinare, supportata da specialisti statunitensi ed europei con esperienza in casi simili, che ha utilizzato simulazioni virtuali 3D e collaborato con altre eccellenze lombarde come l'Istituto Neurologico Besta, il Policlinico di Milano e il Papa Giovanni XXIII di Bergamo. "Per oltre dieci mesi tutta l'équipe si è impegnata con competenza, dedizione e spirito di collaborazione, con l'obiettivo di offrire ad entrambe le gemelle le stesse opportunità di sopravvivenza e di qualità della vita. Esprimiamo profonda gratitudine alla famiglia per la fiducia e la forza dimostrate, alle associazioni internazionali che hanno reso possibile questo progetto, e a tutti i professionisti che hanno collaborato con impegno a questo percorso tanto complesso quanto umanamente e professionalmente straordinario".

"Tutte le persone che abbiamo incontrato sono state straordinarie nell’aiutarci ad affrontare questa prova, e abbiamo percepito che volevano davvero bene alle nostre bambine", hanno commentato i genitori, che hanno potuto curare le gemelle in Italia grazie a un volo organizzato dall'Aeronautica Militare Italiana e al trasporto di AREU. Un viaggio reso possibile dalla segnalazione e dall'impegno congiunto di Smile House Fondazione ETS e della World Craniofacial Foundation. "Anche nel momento di grande dolore, con la perdita della piccola, la tenacia dei medici nel curare ci ha dato forza e coraggio per affrontare quella perdita".

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