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“Senza quelle lenti mia figlia non vedrà più, ma ora l’Ue ne impedisce la vendita”: lo sfogo di una mamma

Sin da piccolissima, Sofia Croce deve indossare una lente a contatto speciale per contrastare la cataratta congenita all’occhio destro. Come ha spiegato a Fanpage.it sua mamma Stefania, da settembre 2021 è stata ritirata dal mercato perché le nuove confezioni non hanno il marchio CE.
A cura di Enrico Spaccini
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Immagine di repertorio
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Sofia Croce ha 5 anni, vive a San Martino Pizzolano, una frazione di Somaglia (Lodi) ed è nata con la cataratta congenita monolaterale all'occhio destro. Una patologia che rientra tra le principali cause di cecità nei bambini. "Lei sa benissimo di avere la lente a contatto e che ogni volta che entra in doccia deve mettere gli occhialini", racconta Stefania, mamma di Sofia, a Fanpage.it, "anche quando si sveglia la mattina si tappa l'occhio senza lente per capire se sull'altro c'è o gliel'ho tolta per dormire".

Per questo motivo, da piccolissima ha dovuto subire un'operazione alla quale seguirà un secondo intervento quando la crescita dell'occhio si sarà stabilizzata. Nel frattempo, deve indossare delle lenti a contatto particolari: "Sa che non può stare senza è lei che quando non ce l'ha mi chiede di mettergliela".

Sofia deve indossare la lente per allenare l'occhio afachico, quello senza cristallino rimosso durante la prima operazione, per evitare che impigrisca al punto da rendere inutile il secondo intervento. Si tratta delle Silsoft, capaci di resistere fino a 6 mesi ma che ogni due settimane circa devono essere pulite. Sono prodotte dall'azienda americana Bausch and Lomb e da settembre 2021 non sono più commercializzate in Italia.

Il cambio di packaging e le scorte finite

Il problema è nato quando è stato cambiato il packaging del prodotto. Per poter tornare in vendita nel nostro paese, le lenti Silsoft devono attendere un nuovo riconoscimento per ottenere il marchio europeo CE che, a oltre un anno e mezzo di distanza, non è ancora arrivato.

Nel frattempo, però, le scorte fatte dai rivenditori sono finite e circa 300 famiglie in Italia rischiano di dover affrontare altre difficoltà. Proprio come Sophia, la bambina di 13 mesi di Montelupo Fiorentino. "Temendo di rimanere senza lenti abbiamo fatto una scorta", ha spiegato mamma Stefania, "abbiamo speso 1.000 euro dal momento che una sola lente costava 180 euro, ma non tutti hanno le stesse disponibilità economiche".

In genere, queste lenti venivano prescritte dai medici. Lo Stato ne pagava due all'anno per ciascun caso visto che, appunto, resistono fino a 6 mesi. Ora, però, a chi non ha potuto provvedere a una scorta sono rimaste quelle giornaliere. "Mettere e togliere le lenti a contatto a una bimba piccola è complicato", ha spiegato Stefania. Lei, per esempio, quando deve pulire la lente di Sofia aspetta che si addormenta, così non si accorge di nulla. Ma prima o poi, anche le sue scorte termineranno.

Il caso arrivato anche in Commissione europea

"La giornaliera non l'abbiamo mai messa e non intendiamo prenderla in considerazione, perché per la bambina sarebbe una tortura", afferma Stefania che racconta anche come la sua Sofia grazie alle lenti Silsoft riesce a fare una vita "normale e serena, seppur con qualche accorgimento in più rispetto agli altri bambini".

Quello che si attende è che qualcosa, anche a livello di istituzioni nazionali e internazionali, si muova. L'europarlamentare indipendente del gruppo ambientalista europeo Ignazio Corrao ha presentato due giorni fa un'interrogazione in merio alla Commissione europea chiedendo cosa ostacola la commercializzazione di queste lenti parlando di un "diritto alla salute negato".

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