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Scontri a Milano per Gaza, revocati i domiciliari ai due studenti minorenni: “Misura sproporzionata”

Il Tribunale del Riesame ha revocato i domiciliari stabiliti dal gip per i due liceali arrestati il 22 settembre a seguito degli scontri avvenuti in Stazione Centrale a Milano. “Non sono facinorosi ma giovani sensibili e intelligenti”
A cura di Francesca Del Boca
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Gli scontri in via Pisani a Milano (foto di Simone Giancristofaro – Fanpage.it)
Gli scontri in via Pisani a Milano (foto di Simone Giancristofaro – Fanpage.it)

Una "misura del tutto sproporzionata". Secondo i giudici del Riesame sarebbe quella decisa dal gip nei confronti dei due studenti minorenni messi ai domiciliari dopo gli scontri avvenuti lo scorso 22 settembre a Milano, in occasione dello sciopero generale indetto per Gaza. "Non presero parte affatto alla successiva guerriglia urbana, i domiciliari vanno revocati", è stata così la sentenza del collegio che vede a capo il presidente Ciro Iacomino.

E quindi, pur riconoscendo i "gravi indizi di colpevolezza" a carico dei due studenti, il Riesame ha evidenziato come i giovani furono di fatto coinvolti "solo nella primissima parte dei disordini", e che quei fatti andrebbero riletti "nel contesto del clima di agitazione collettiva" che si è animato in modo "crescente" dopo una "manifestazione che per tutta la mattina si era svolta invece in modo del tutto pacifico".

I due ragazzi, uno studente e una studentessa del liceo classico milanese Carducci ora "molto provati", per i giudici avrebbero inoltre ben compreso "la gravità dell'essersi lasciati coinvolgere", e sarebbero anche tornati a frequentare le lezioni scolastiche. In più, come messo per iscritto da un'educatrice, non mostrerebbero affatto un profilo da "facinorosi" ma anzi di adolescenti "simpatizzanti, sensibili, intelligenti" che hanno canalizzato "angosce, rabbie ed inquietudini individuali e collettive attraverso l'attivismo politico". Da qui, secondo i giudici, la necessità per loro di un percorso psicologico e pure di incontri sull'educazione alla legalità per riflettere sui confini tra "il positivo attivismo" politico, anche nelle manifestazioni, e "il rispetto dei diritti e dei presidi di legalità e democrazia".

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