Sciopero dei precari della Giustizia, un lavoratore di Milano: “Usati come tappabuchi, vogliamo essere stabilizzati”

Domani, martedì 16 settembre, i precari della Giustizia saranno in presidio davanti al Tribunale di Milano, in corso di Porta Vittoria, dalle 10 alle 13, in occasione della giornata di sciopero nazionale proclamata da Fp (funzione pubblica) Cgil.
A scioperare saranno gli operatori di data entry, funzionari tecnici (tecnici di amministrazione, tecnici edili, tecnici contabili, tecnici IT) e funzionari addetti all’Ufficio per il Processo, assunti con contratti a tempo determinato dal febbraio 2022 grazie ai fondi del PNRR (il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, ideato per promuovere riforme per rilanciare l'economia italiana e renderla più sostenibile, digitale, coesa e resiliente dopo la pandemia da Covid-19).
I loro contratti scadranno il 30 giugno 2026, data dopo la quale, i lavoratori non hanno certezze sul rinnovo o trasformazione a tempo indeterminato. Il rischio concreto è che molti tra loro restino senza occupazione nel caso in cui non vengano stanziate le risorse necessarie nella prossima Legge di Bilancio per la stabilizzazione.
A Milano i lavoratori precari sono circa 350. La redazione di Fanpage.it è riuscito a parlare con uno di loro, che lavora come funzionario addetto ufficio per il processo e rappresentante sindacale Rsu.
Quali sono le principali difficoltà quotidiane che affrontate come lavoratori precari? Vi sentite riconosciuti dal sistema per il lavoro che svolgete?
Per quanto concerne le difficoltà che riscontriamo, sono tutte quelle dei lavoratori della giustizia. Ossia, gli uffici sono carenti di personale e noi veniamo utilizzati come tappabuchi. In questi anni, da quando siamo stati assunti, siamo stati fondamentali sia dal lato giurisdizione, come addetti all'ufficio del processo, sia agli uffici amministrativi, perché abbiamo apportato un contributo significativo a tutti quegli uffici in cui manca il personale. In tutta Italia, purtroppo tutti gli uffici del Ministro della Giustizia hanno mancanza di personale.
Perché avete deciso di aderire allo sciopero di domani?
Abbiamo deciso di aderire allo sciopero di domani perché la stabilizzazione di tutti i lavoratori del PNRR è fondamentale per gli interessi di tutti i cittadini, affinché vi sia una giustizia efficiente, considerato che il venir meno di tutta questa forza lavoro comporterebbe un ritorno al passato, quindi accumularsi di arretrato come prima del 2022. Infatti, in seguito alla nostra immissione in servizio è stato apportato un contributo significativo per la riduzione di arretrato sia nel civile che nel penale, come negli amministrativi, come spiegavo prima, nelle varie cancellerie e nei vari uffici amministrativi.
Qual è la vostra principale richiesta al Governo e al Ministero della Giustizia?
La principale richiesta è di essere stabilizzati tutti 12mila, perché non si può fare una distinzione: assumere 3mila e lasciare a casa altre 9mila persone, in quanto si verrebbe a creare un disagio enorme per tutti i cittadini.
Cosa vi aspettate in merito alla vostra situazione contrattuale?
In merito alla nostra situazione contrattuale ci aspettiamo innanzitutto la definizione di principi e criteri chiari per la stabilizzazione. Che tutti vengano stabilizzati, perché è fondamentale, come dicevo. Noi scioperiamo affinché tutti i lavoratori precari della Giustizia possano essere stabilizzati negli interessi dei cittadini ma anche dei lavoratori che attualmente sono strutturati all'interno del ministero.
Vi è stata data qualche garanzia, anche solo informale, sulla possibilità di stabilizzazione?
Garanzia in realtà no, ma nel momento in cui sono stati assunti c'è stata prospettata una possibile stabilizzazione scritta a caratteri cubitali nella comunicazione di convocazione.
Che cosa significherebbe per voi non ottenere un rinnovo o una stabilizzazione?
Sarebbe un duro colpo per noi oltre che per la giustizia e tutti i cittadini. Per tutta l'Italia perché si perderebbero 12mila lavoratori. Il Ministero della Giustizia già vive in una situazione di difficoltà cronica e di carenza di personale cronico, quindi la nostra non è più solo una lotta per i lavoratori precari ma per tutti i cittadini. Per noi è necessario che tutti vengano stabilizzati affinché la giustizia possa essere efficiente.