1.053 CONDIVISIONI
video suggerito
video suggerito

Scambio di neonati in culla a Brescia, la madre: “Se ne è accorto mio marito”

Parla la madre della bimba scambiata in culla appena dopo il parto: “Ad accorgersene che non era nostra figlia è stato mio marito durante una video chiamata”. Ora la famiglia ha deciso di procedere in vie legali.
A cura di Giorgia Venturini
1.053 CONDIVISIONI
Immagine

Poche ore dopo il parto era andata a prendere la sua bambina. L'ha baciata, coccolata e allattata. Con tanto di prime foto ad amici e parenti. Prima di scoprire che si è presa cura di una neonata che in realtà non era la sua. Lo scambio di culle è avvenuto a ottobre alla Fondazione Poliambulanze di Brescia. Ora Paola, la donna di Roveto vittima per qualche ora di questo scambio di neonati, è intervenuta al programma tv "Pomeriggio Cinque" per raccontare quanto accaduto: "Quando mi hanno detto che potevo vedere mia figlia, dopo l'esito del tampone per il Covid_19, sono andata alla nursery per portarla in camera. Mi sono presa cura di lei". Ad accorgersene è stato il marito di Paola: "Quando ho fatto la video-chiamata con mio marito, mi disse che la bimba sembrava un pochino più grande e che non era la nostra. Cercai il braccialettino, che dal polso era caduto nella culla, ma non corrispondevano né il nome né il numero". Il marito infatti oltre alla donna era l'unico ad aver visto la piccola appena dopo il parto.

Il racconto della donna del giorno del parto

Quel giorno di ottobre Paola lo ha raccontato così: "Ho partorito all'1.55 e sono stata in sala parto perché non erano disponibili posti letto e dovevano aspettare il tampone per il Covid 19. La mattina dopo ho chiesto della bambina e mi hanno risposto che era nel reparto di patologia neonatale e che dopo qualche ora avrei potuto vederla".  E ancora: "Quando è arrivato l'esito del tampone ho domandato di poter prendere la piccola al nido e così mi hanno consegnato la mia presunta figlia. Quando mi è stata data erano presenti una dottoressa e un'infermiera. Mi hanno lasciato una culla, che riportava il nome di mia figlia. La bambina indossava gli abiti da me forniti". Ora la famiglia si è rivolta a un avvocato per denunciare quanto accaduto, mentre l'altra coppia ha deciso di non procedere per vie legali.

1.053 CONDIVISIONI
autopromo immagine
Più che un giornale
Il media che racconta il tempo in cui viviamo con occhi moderni
api url views