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Santo Minniti si candida alla segreteria cittadina del Pd a Milano: “No agli accordi tra correnti”

Il presidente del Municipio 6 Santo Minniti (e sostenitore di Stefano Bonaccini) sfiderà al prossimo congresso Alessandro Capelli, area Schlein, vice della segretaria uscente Silvia Roggiani. “Il destino del partito non sia scritto dagli accordi”, l’annuncio. “Inizio questa sfida per un Pd senza correnti”
A cura di Francesca Del Boca
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Santo Minniti, nuovo candidato alla segreteria metropolitana del Partito Democratico a Milano
Santo Minniti, nuovo candidato alla segreteria metropolitana del Partito Democratico a Milano

"Mi candido alla segreteria metropolitana del Partito Democratico di Milano". Così, con queste semplici parole, si fa avanti anche Santo Minniti nella corsa alla segreteria milanese del Pd. Il presidente del Municipio 6, classe 1984, sfiderà così Alessandro Capelli, vice della segretaria uscente Silvia Roggiani e, fino a questo momento, unico candidato in campo.

Chi appoggia la candidatura di Santo Minniti

L'annuncio avviene attraverso un lungo post social, che rende in questo modo competitivo il prossimo congresso del Partito Democratico a Milano e nella Città Metropolitana. "Mi candido perché voglio che il destino del nostro partito non sia scritto dagli accordi tra le correnti. Perché credo in un Pd che sia luogo di confronto trasparente, in cui le scelte principali siano prese da chi vive e anima il partito ogni giorno", recita lo scritto di Santo Minniti, sostenitore di Bonaccini appoggiato a sua volta, tra gli altri, dall'assessore comunale Piefrancesco Maran, dalla deputata Lia Quartapelle e dal consigliere regionale Pietro Bussolati.

Mentre si sfilano illustri riformisti come Anna Scavuzzo, vicesindaca di Milano, e la senatrice Simona Malpezzi, ex capogruppo del Pd a Palazzo Madama, che fanno pubblicamente endorsment per l'esponente di area Schlein Alessandro Capelli. Spaccando così il fronte Bonaccini, opposto alla compattissima linea Schlein.

La lottizzazione del Partito Democratico in Lombardia?

Il dubbio che la candidatura di Capelli fosse praticamente blindata, del resto, c'era eccome. Il sospetto, insomma, che il suo nome fosse il frutto di un accordo prestabilito tra le varie correnti del Partito Democratico, confluite verso i due candidati (ambedue di area Schlein) già vincitori delle elezioni interne al partito. Ovvero, appunto, Alessandro Capelli al posto di Silvia Roggiani per la segreteria milanese. E la stessa Silvia Roggiani già pronta a migrare verso la poltrona di segretaria regionale, dopo aver eliminato dai giochi un temibilissimo avversario come il recordman di preferenze Emilio Del Bono (al quale, in cambio, sarebbe stata promessa la candidatura a presidente di Regione Lombardia per le prossime regionali 2028). Alla faccia delle primarie? Chissà.

Silvia Roggiani e Alessandro Capelli
Silvia Roggiani e Alessandro Capelli

L'annuncio di Santo Minniti: "Per un Pd senza accordi tra correnti"

"Credo in un Partito che sappia unirsi ma che non abbia paura di confrontarsi. L’unità non è la somma di singole correnti, ma la condivisione di ideali che diventano progetti. Non esiste miglior modo per raggiungere questo obiettivo del dialogo e del confronto", sempre il post pubblicato da Minniti. Che infatti ammette: "Inizio questa sfida senza l'appoggio delle correnti ma non per questo da solo. Sono tante e tanti gli iscritti che in questi giorni mi hanno chiesto di avviare un percorso insieme per un Pd migliore. Senza correnti, a viso aperto".

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