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Saluti romani al corteo per Sergio Ramelli a Milano, la procura: “Matrice fascista, manifestazioni pericolose”

In occasione del processo d’appello a carico di 13 esponenti dell’estrema destra, accusati di aver fatto i saluti romani dopo la cosiddetta “chiamata del presente” il 29 aprile 2018 al corteo in memoria di Sergio Ramelli, la sostituta pg di Milano Olimpia Bossi ha chiesto di confermare le condanne in primo grado. La sentenza è attesa il prossimo 18 dicembre.
A cura di Giulia Ghirardi
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I saluti romani dei militanti di estrema destra davanti alla targa di Sergio Ramelli a Milano
I saluti romani dei militanti di estrema destra davanti alla targa di Sergio Ramelli a Milano

"Accertata la matrice fascista del gesto", queste manifestazioni sono un pericolo per la "tenuta dell’ordinamento costituzionale”. È questo il senso racchiuso nell'intervento che la sostituta pg di Milano Olimpia Bossi ha svolto in occasione del processo d'appello a carico di 13 esponenti dell'estrema destra, accusati di aver fatto i saluti romani dopo la cosiddetta "chiamata del presente" il 29 aprile 2018 al corteo in memoria di Sergio Ramelli, militante del Fronte della Gioventù ucciso da un commando di Avanguardia Operaia nel 1975.

Il processo d'appello

In primo grado, nel luglio 2023, i tredici imputati erano stati condannati a 4 mesi e oggi, lunedì 27 ottobre, la pg Bossi ha ribadito, davanti alla quarta penale della Corte d'Appello, la richiesta di conferma del verdetto del Tribunale milanese per il reato di manifestazione fascista, previsto dalla legge Scelba.

Nel processo è parte civile l'Anpi con l'avvocato Federico Sinicato, che ha chiarito che "la norma vuole evitare queste manifestazioni in luogo pubblico che hanno la capacità di suggestionare terze persone". Dall'altro lato, in occasione delle arringhe difensive, i legali degli imputati, tra cui gli avvocati Procaccini, Giancaspro e Radaelli, hanno sostenuto che "è dal '76 che si tiene questa manifestazione per Ramelli e ci sono state più sentenze assolutorie negli anni: è sempre stata riconosciuta come manifestazione commemorativa".

Con la sentenza di condanna dei 13 imputati il Tribunale aveva considerato assorbito l'altro reato contestato dai pm, ossia l'incitamento "alla discriminazione o alla violenza per motivi razziali", previsto dalla legge Mancino, a quello di manifestazione fascista. Oggi la pg ha chiesto di confermare le condanne per il secondo reato, sulla base dell'ormai nota sentenza della Cassazione a Sezioni Unite sui saluti romani. La sentenza è attesa il prossimo 18 dicembre.

L'intervento in aula della pg Olimpia Bossi

"Accertata la matrice fascista del saluto romano, queste manifestazioni con centinaia e centinaia di persone, schierate come formazioni paramilitari, non sono meramente commemorative ma rappresentano un pericolo per l'ordinamento costituzionale", ha spiegato in aula la pg di Milano Olimpia Bossi in occasione del processo d'appello a carico dei 13 esponenti dell'estrema destra. In più, "continuano a tenersi e trovano terreno sempre più fertile, l'ultima è stata ieri", ha aggiunto Bossi facendo riferimento anche alla manifestazione di Predappio che si è svolta ieri, domenica 26 ottobre.

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