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Rubavano furgoni nei parcheggi di Milano sostituendo la centralina in pochi minuti: 6 arresti

Rubavano furgoni nei parcheggi di Milano sostituendo la centralina del motore in pochi minuti. Arrestati cinque italiani e un albanese che poi rivendevano i veicoli pezzo per pezzo.
A cura di Enrico Spaccini
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Immagine di repertorio
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In pochi minuti riuscivano a sostituire la centralina motore di un furgone con una decodificata dai veicoli parcheggiati. Un metodo che gli permetteva di rendere non rintracciabile il veicolo che poi smontavano e rivendevano pezzo per pezzo. Sei persone, tutte pregiudicate di età compresa tra i 29 e i 58 anni, sono state arrestate con l'accusa di furto aggravato. In meno di due anni avrebbero rubato almeno 16 furgoni e un'auto. Tutti furti avvenuti a Milano, nelle zone tra Quinto Romano e Baggio, per un valore che si aggira intorno al milione di euro. Degli arrestati, cinque italiani e un albanese, tre sono stati portati al carcere di San Vittore, mentre gli altri sono ai domiciliari.

Componenti dei furgoni smontati e rivenduti

L'arresto è scattato nella mattinata di lunedì 9 maggio, ma le indagini erano state avviate nel settembre 2020. I carabinieri di Settimo Milanese e Corneredo (Milano) avevano individuato gli autori del furto di un furgone avvenuto proprio a Cornaredo. Successivamente, nel marzo del 2021, erano stati rinvenuti in un capannone di Rosate quattro furgoni. Tutti non immatricolati, erano stati rubati pochi giorni prima da un'azienda di Assago. Inoltre, tre persone erano state colte in flagranza mentre stavano rivendendo materiale proveniente da veicoli rubati. Da un capannone nel quartiere di Quinto Romano, infatti, erano entrati più di 35 vetture provenienti da furti e non sono più usciti.

I due modus operandi della banda

Nel corso delle indagini, i carabinieri hanno potuto ricostruire i due modus operandi che la banda usava per compiere i furti. Il primo, il più usato, prevedeva la sostituzione della centralina motore originale del veicolo con una decodificata dai veicoli parcheggiati. Il secondo era più semplice: si intrufolavano all'interno di aziende di rivendita di auto durante l'orario di lavoro e, approfittando del fatto che spesso i dipendenti lasciavano a bordo le chiavi, salivano in auto e fuggivano.

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