Rubato il bambinello dal presepe cittadino, FdI: “Il ladro vuole sfidare Dio in persona”

"Atto ignobile e vile". È così, con queste parole, che il sindaco di Alzano Lombardo (Bergamo) Camillo Bertocchi bolla un furto particolare, avvenuto nel paese della Bergamasca: il rapimento di una statuetta del presepe cittadino.
La caccia ai responsabili del furto: "Presentatevi e chiedete scusa"
"Stanotte ignoti hanno sottratto il Gesù Bambino del presepio di piazza Italia", denuncia sui social il primo cittadino del paese lombardo. Annunciando, nel frattempo, conseguenze pesanti per i responsabili. "Nel condannare il gesto ignobile, si comunica che è già stata presentata querela (il procedimento è penale) e sono stati acquisiti i video della videosorveglianza". Un post pieno di sdegno, con un augurio finale. "Non sono solito dare evidenza a chi si distingue in negativo, ma in questo modo mi auguro che i responsabili abbiano il coraggio e la dignità di presentarsi e chiedere scusa (sanno come contattarmi). Vi chiedo cortesemente di non commentare, visto la bassezza del gesto che si commenta da solo".
Il commento di Fratelli d'Italia: "Furto pianificato contro Dio"
Ma, nonostante la richiesta del sindaco di non commentare la vicenda, si fanno addirittura avanti gli esponenti locali di Fratelli d'Italia. "Pensavamo che si potesse lasciare la Sacra Famiglia esposta affinché chiunque passando potesse sentirsi libero di rivolgerle un pensiero, di portarla nel cuore. E invece, nella notte, sconosciuti hanno pensato bene di asportare Gesu Bambino dalla sua mangiatoia, la nostra", scrive in una nota il circolo melograno Bergamo Est. "Davvero vogliamo credere che rubare la statua di Gesù Bambino sia un gesto senza un altro significato? Sicuramente qualche profanatore ha voluto sfidare Dio in persona nel furto pianificato del Bambinello". E ancora, con toni apocalittici: "Il presepe incarna la nostra cultura? Si, ma anche e soprattutto la nostra Fede, che è tutta un’altra cosa. Dispiace tanto vedere un presepe profanato. Ma la contrapposizione violenta non è mai stata una minaccia per il cristianesimo in occidente, bensì un’occasione per rinverdire le proprie motivazioni".
