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Riccardo Claris ucciso dopo una rissa tra tifosi a Bergamo, il 19enne che lo ha accoltellato rischia l’ergastolo

Rischia l’ergastolo Jacopo De Simone, il 19enne che lo scorso 4 maggio ha accoltellato a morte Riccardo Claris a Bergamo. Le indagini sul caso sono state chiuse e al ragazzo potrebbe venire contestato l’omicidio volontario aggravato dai futili motivi.
A cura di Enrico Spaccini
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Riccardo Claris (foto da Facebook)
Riccardo Claris (foto da Facebook)

La pm Maria Esposito della Procura di Bergamo ha chiuso le indagini sull'omicidio di Riccardo Claris, il 26enne accoltellato a morte lo scorso 4 maggio a Bergamo in seguito a una lite calcistica scoppiata in un bar. Con l'accusa di omicidio volontario potrebbe presto finire a processo Jacopo De Simone, il 19enne che lo aveva ferito a morte al collo. Al ragazzo potrebbe venire contestata l'aggravante dei futili motivi, cosa che gli farebbe rischiare l'ergastolo in Corte d'Assise.

Stando a quanto ricostruito dalle indagini, coordinate prima dal pm Guido Schininà e poi dalla collega Esposito, tutto aveva avuto inizio in un bar di Santa Caterina a Bergamo quando due gruppi di tifosi, uno di fede interista e l'altro atalantina, avevano iniziato a discutere. A dare il via a insulti e provocazioni sarebbe stato De Simone, con un coro lanciato insieme a suo fratello gemello e altri loro amici coetanei. Dopodiché, il gruppo di Claris lo aveva seguito fin sotto casa sua.

Arrivato alla sua abitazione, De Simone era salito a chiedere alla madre notizie del fratello di cui aveva perso le tracce e le aveva parlato della lite che c'era appena stata. La donna era scesa, poi, in strada per cercare di calmare gli animi dei presenti. Proprio mentre Claris e gli amici atalantini stavano andando via, l'allora 18enne De Simone si sarebbe ripresentato armato di coltello e con un colpo aveva ucciso il 26enne recidendogli l'aorta.

De Simone, una volta arrestato, si era difeso in fase di interrogatorio sostenendo che Claris avrebbe provato ad aggredirlo con una catena. Di questo fatto, però, non sarebbero state trovate prove certe. È stato, invece, accertato che il ragazzo piuttosto che colpire il rivale avrebbe potuto allertare il 112 o provare a chiamare il fratello per verificare se fosse effettivamente in pericolo oppure no, cosa che non avrebbe fatto.

Come riportato dal Corriere della Sera, nei giorni scorsi la pm Esposito ha notificato a De Simone e al suo avvocato Luca Bosisio la chiusura delle indagini. Ora il ragazzo può chiedere di essere interrogato, altrimenti si procederà con la richiesta di rinvio a giudizio. L'accusa è di omicidio volontario aggravato dai futili motivi. Come aveva scritto la gip Maria Beatrice Parati in sede di convalida d'arresto, infatti, ci sarebbe stata una assoluta "lievità e sproporzione" tra lo "stimolo esterno" che spinse De Simone ad armarsi e accoltellare a morte Claris.

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