Riaperto il caso di Francesco Ancona dopo 38 anni: “La moglie assoldò un killer, fu avvelenato e poi investito”

Dopo 38 anni è stato riaperto il caso di Francesco Ancona. Il 48enne era un operaio edile che nella mattinata dell'11 febbraio 1987 è stato trovato morto in un campo di sterpaglie sulla strada provinciale 26, poco fuori Mortara che si trova in provincia di Pavia. Il caso era stato classificato come suicidio: per gli inquirenti della Procura di Vigevano l'uomo si era gettato sotto a un camion, che lo aveva poi travolto, perché non sopportava più la sua situazione economica (in quel momento era disoccupato), perché sarebbe stato malato e in crisi con la moglie. Oggi, a distanza di 38 anni, la Procura di Pavia ha riaperto il caso sostenendo che si tratti di un omicidio premeditato. A pianificarlo sarebbe stata la vedova che avrebbe assoldato un sicario.
Il caso di Francesco Ancona
Riavvolgiamo il nastro. La moglie di Arona aveva denunciato la scomparsa del 48enne la sera del 10 febbraio. Aveva raccontato di averlo visto a Vigevano e che avevano deciso di ritrovarsi alla stazione per prendere lo stesso treno. Non vedendolo arrivare all'appuntamento, aveva deciso di tornarsene a casa per poi andare dai carabinieri per denunciarne la scomparsa. Il giorno successivo, è stato trovato il cadavere. Fin da subito, è stato ipotizzato il suicidio. C'erano però alcuni dubbi: l'uomo infatti aveva ferite solo alla testa, il corpo era intatto così come i vestiti ed era stato rinvenuto dopo diverse ore in una strada molto trafficata. Dall'autopsia, non era emersa però la causa del decesso. Alla fine, i magistrati lo hanno classificato come gesto estremo.
Le nuove accuse della Procura di Pavia
Dopo 38 anni, la Procura di Pavia ha ipotizzato l'accusa di omicidio premeditato. A pianificarlo sarebbe stata proprio la vedova, oggi 75enne Giovanna Navarra che è tornata nella provincia di Trapani, che avrebbe avuto il ruolo di mandante e avrebbe assoldato un sicario. Quest'ultimo sarebbe il 70enne Domenico Scarfò, che vive a Vigevano. Entrambi sono indagati. Ieri è stata riesumata la salma di Ancona, che si trovava al cimitero di Castellammare. La prossima settimana verrà aperta la bara e si inizierà con una nuova autopsia. Il pubblico ministero Alberto Palermo ha nominato tre consulenti tecnici: un medico legale, un tossicologo forense e un'antropologa fisica e forense.
Per gli inquirenti, gli indagati "in concorso con terzi" e con "premeditazione" avrebbero indebolito l'uomo somministrandogli veleno. Sarebbe stato poi aggredito con un corpo contundente, cosparso di benzina e infine investito con una betoniera. I tre figli, Antonino, Maria e Giuseppa, si sono dichiarati parte offesa.