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Rapporto Ecomafie 2021, la Lombardia si conferma la prima regione per numero di arresti

La Lombardia si conferma la prima città di Italia per numero di arresti per reati ambientali: lo precisa il nuova rapporto sulle ecomafie 2021 di Legambiente.
A cura di Giorgia Venturini
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La Lombardia nel 2020 si conferma prima regione d'Italia per numero di arresti legati ai reati di ecomafia. Lo annuncia il nuovo rapporto 2021 di Legambiente che ha analizzato i dati dello scorso anno: segno che la pandemia non ha fermato gli ecocriminali ma allo stesso tempo le indagini delle forze dell'ordine hanno portato a innumerevoli arresti. Qui infatti ogni anno non mancano le tante operazioni delle forze dell'ordine contro le ecomafie: la Lombardia infatti è la prima regione del Nord e la settima in Italia per reati accertati con 1.897, ovvero il 5,4 per cento di quelli contestati in Italia. Nel primo anno di pandemia sono 2.613 le persone denunciate: 62 arresti e 561 sequestri. E ancora: risulta terza per numero di incendi in impianti di trattamento, smaltimento e recupero rifiuti, con 146 reati, l’11,3 per cento del totale nazionale. Una posizione sotto, ovvero al quarto posto, invece per quanto riguarda il ciclo illegale dei rifiuti con 577 delitti, stimato al 6,9 per cento del totale nazionale. La prima provincia lombarda dove si commette più illeciti sul fronte è Brescia, tra le prime venti province italiane.

Lombardia sotto attacco della criminalità ambientale

A commentare i dati analizzati da Legambiente è la referente regionale Barbara Meggetto: "La Lombardia continua ad essere sotto attacco della criminalità ambientale. Non si deve assolutamente abbassare la guardia su illeciti che hanno conseguenze potenzialmente devastanti per l’ambiente, soprattutto in questo momento che ingenti risorse pubbliche previste dal Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr) stanno arrivando sul territorio". E poi puntualizza: "Va scongiurato in ogni modo il rischio di infiltrazioni ecomafiose nei cantieri, impianti di produzione di energia da fonti rinnovabili e di riciclo dei rifiuti, depuratori, interventi di rigenerazione urbana, infrastrutture digitali, opere chiave della transizione ecologica. A fronte di una situazione decisamente allarmante, l’auspicio è che un approccio integrato al contrasto dei roghi di rifiuti possa estendersi a tutti i fenomeni di criminalità ambientale: dall’abusivismo edilizio alle aggressioni al patrimonio paesaggistico, dagli illeciti nella filiera agroalimentare al racket degli animali".

Aumentano i reati ambientali in Italia

Non solo Lombardia. La più alta incidenza dei reati ambientali accertati è stata registrata nelle quattro regioni a tradizionale presenza mafiosa, ovvero Sicilia, Campania, Puglia e Calabria: i reati in un anno in questi territorio sono stati 16.262, il 46,6 per cento del totale nazionale, con 134 arresti, nel 2019 erano stati 86. Nella classifica regionale, Campania, Sicilia, Puglia sono le regioni più colpite da illeciti ambientali. Al quarto posto quest’anno sale il Lazio con 3.082 reati, con un incremento del 14,5% sul 2019, superando così la Calabria. In totale in Italia nel 2020 i reati ambientali in Italia sono stati 34.867:+0,6 per cento rispetto al 2019. La media calcolata è di oltre 95 reati al giorno, 4 ogni ora. Il mercato illegale è di 10,4 miliardi di euro: meno 0,9 per cento rispetto il 2019. Legambiente infine nel suo rapporto ha evidenziato anche i rapporti tra questo tipo di reato e la politica: il numero dei comuni commissariati per ecomafia fino a oggi sono 32. Di questi 11 sono stati sciolti nei primi nove mesi del 2021.

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