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La morte di Ramy Elgaml a Milano

Ramy Elgaml, alla famiglia negato il cambio della lapide: “C’è solo un cumulo di terra, non è decoroso”

I famigliari del 19enne morto l’anno scorso avevano chiesto il permesso per una nuova lapide al cimitero di Bruzzano, ma una convenzione di 20 anni fa lo vieta.
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Un momento dell’ultimo saluto a Ramy, al cimitero di Bruzzano, foto LaPresse
Un momento dell’ultimo saluto a Ramy, al cimitero di Bruzzano, foto LaPresse
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La famiglia di Ramy Elgaml, il 19enne che ha perso la vita un anno fa dopo un inseguimento con una pattuglia del Radiomobile, ha chiesto a settembre al Comune di Milano di cambiare la lapide, nel cimitero di Bruzzano, dove il figlio riposa: l'autorizzazione alla nuova tomba è stata però negata perché non rispetterebbe l'accordo stipulato nel 2004 dalle istituzioni islamiche (Centro Islamico di Milano e Lombardia, Istituto Culturale Islamico, e la Comunità Religiosa Islamica Italiana) con il Comune.

Lo racconta a Fanpage.it Aly Harhash, portavoce del comunità egiziana in Italia, e amico stretto della famiglia Elgaml, che ha scritto al capo di gabinetto del sindaco Beppe Sala: "Ci siamo adoperati per posare una nuova lapide, ma al momento della richiesta ci è stato comunicato che ciò non è possibile, in virtù di accordi intercorsi tra il Comune di Milano e la comunità islamica", si legge nel messaggio.

La famiglia di Ramy aveva chiesto di poter sostituire, a sue spese, il cippo funerario con una lapide diversa e di delimitare il perimetro della sepoltura per renderla più degna.

"Le saremmo molto grati – continua la lettera scritta dal signor Harhash – se potesse aiutarci a comprendere come procedere, poiché desideriamo soltanto poter disporre di un luogo decoroso dove pregare e ricordare il nostro caro. Al momento, purtroppo, vi è solo un cumulo di terra".

Cosa dice il regolamento

Nel cimitero di Bruzzano c'è uno spazio dedicato ai defunti di fede islamica, il campo 3, ed è regolamentato da una convenzione stipulata più di vent'anni fa, dal Comune di Milano e da tre associazioni islamiche, che definisce le regole delle sepolture: "un cippo, di foggia rettangolare, con l'indicazione delle generalità del defunto" – si legge nella convenzione – è l'unico monumento funerario ammesso.

Il Comune di Milano, tramite l'ufficio stampa dell'Assessorato ai servizi cimiteriali, spiega a Fanpage.it il perché del diniego: "Non è possibile inserire il manufatto presentato dalla famiglia di Ramy perché c'è una convenzione stipulata con la comunità islamica: prevede che il defunto sia a contatto diretto con il terreno. Se si volesse fare una modifica rispetto a questa convenzione, a cui il Comune non è contrario, deve esserci una richiesta della comunità islamica che deve dare il nulla osta a questa modifica. La convenzione ha 20 anni e chiede che le sepolture siano tutte uguali".

Dal Comune di Milano non ci sarebbero quindi preclusioni a cambiare la convenzione: "Ma deve essere la comunità islamica a chiedere questa modifica, il Comune di Milano non può autorizzarla da solo, è un tema molto delicato e sarebbe un'invasione di campo da parte nostra".

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