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Presidenti e scrutatori di seggio contro il Comune di Milano: “Bisognava organizzarsi meglio”

Il Comune di Milano ha proposto di non differenziare la fila ai seggi in base al genere, ma per i presidenti di sezione era soltanto un pretesto per sopperire alla mancanza di scrutatori.
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Con le elezioni regionali previste da tempo per il 12 e 13 febbraio, soltanto il 7 febbraio il Comune di Milano si ricorda di suggerire ai presidenti dei seggi elettorali di non prevedere la file separate per uomini e donne, al fine di non discriminare le persone transgender. Ma ai seggi sono arrivati, come sempre, i registri degli elettori suddivisi per sesso e i presidenti di sezione attaccano: "Bisognava organizzarsi prima".

Le indicazioni del Comune di Milano

La data precisa delle elezioni regionali è stata stabilita, con una delibera, dal Consiglio dei Ministri il 9 dicembre del 2022, e quindi i comuni sapevano da almeno due mesi che quelli sarebbero stati i giorni delle votazioni. Ma il Comune di Milano ha aspettato soltanto il 7 febbraio (e quindi appena 5 giorni prima dell'inizio delle operazioni di voto) per lanciare un appello ai presidenti di seggio: non fate le liste divise per maschi e femmine per favorire l'inclusione.

In un video, realizzato in collaborazione con Arcigay, sottolinea che per "garantire che a ciascuna persona, indipendentemente da età, genere, orientamento sessuale, disabilità, religione o provenienza, sia permesso di esercitare questo diritto in tutta serenità" sarebbe meglio non dividere le code in base al sesso.

"Mettersi in fila in base al genere assegnato alla nascita costringe, nei casi in cui esso non corrisponda alla propria identità o espressione di genere, a coming out forzati che possono sfociare in situazioni di imbarazzo o disgusto, a causa delle quali molte persone sono portate a scegliere di rinunciare al voto", sottolinea il Comune di Milano.

Una proposta che avrebbe anche senso nell'ottica dell'inclusività verso cui il sindaco di Milano si sta muovendo, con scelte come quella di inaugurare un registro per gli alias presso gli uffici dell'anagrafe. Ma che, fatta a così pochi giorni dall'apertura delle urne, è sembrata pretestuosa a molti. Soprattutto visto che, soltanto due giorni dopo, lo stesso comune ha lanciato l'allarme per la mancanza di scrutatori.

Il 10 febbraio, infatti, da Palazzo Marino è arrivato l'allarme per l'assenza di una ventina di presidenti di seggio e un centinaio di scrutatori per i 1.246 seggi allestiti nella città di Milano. A molti quindi l'appello di appena tre giorni prima è apparso un pretesto per risolvere gli evidenti problemi di organizzazione interna più che come una battaglia di civiltà, quale dovrebbe essere.

Le critiche dei presidenti di seggio

Un sospetto che sembra essere confermato dall'arrivo nei seggi, come a ogni votazione, degli elenchi suddivisi per genere. Tanto che, secondo quanto riporta La Repubblica, alcuni presidenti di seggio avrebbero dichiarato che per non suddividere le liste sarebbe stato necessario organizzarsi per tempo.

"Avremmo voluto costruire una coda unica, ma i registri sono arrivati suddivisi tra uomini e donne, quindi per ragioni pratiche abbiamo dovuto mantenere la solita separazione. Ci spiace, ma si doveva organizzare tutto meglio", dichiara un presidente di sezione del seggio di di via Ariberto.

E infatti lo stesso Comune è stato costretto a puntualizzare: "La fila unica è solo un'indicazione, la scelta è affidata ai presidenti di seggio". Che tuttavia hanno le mani legate dall'assenza di personale, risolta soltanto a votazione già iniziata, e dalla permanenza di due registri separati.

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