157 CONDIVISIONI
video suggerito
video suggerito

Prende a pugni la moglie, ma un giudice di Brescia archivia le indagini: “Fatto modesto”

“Un fatto di entità modesta”. Con questa giustificazione il giudice per le indagini preliminari di Brescia ha archiviato le indagini per l’aggressione di un marito ai danni della moglie, presa a pugni dall’uomo. La donna si era ripresa solo dopo una corsa in ospedale e otto giorni di prognosi: non era la prima volta che subiva la violenza del coniuge.
A cura di Giorgia Venturini
157 CONDIVISIONI
Foto di repertorio
Foto di repertorio

Ha colpito la moglie con un pugno al volto tanto da costringerla a una corsa in ospedale. Ma adesso il giudice delle indagini preliminari ha archiviato il fatto giustificandolo "di entità modesta". È destinata a far discutere la vicenda riportata dal giornale locale "Brescia Oggi". La vittima era stata presa a pugni  più volte dal marito, un uomo di 46 anni, e dall'aggressione si era ripresa solo dopo una prognosi di otto giorni. Così la donna si era convinta a denunciare il coniuge riferendo anche agli investigatori che già in passato era stata vittima della violenza dell'uomo. Dopo la denuncia, sono scattate immediatamente le indagini, che però si sono concluse con un'archiviazione decisa dal giudice per le indagini preliminari.

La donna si è opposta all'archiviazione

Anche quando la donna si è opposta alla richiesta avanzata dalla Procura, il giudice non ha cambiato idea giustificando così la sua decisione: "Anche adottando la lettura della vicenda più sfavorevole all'indagato, si manifesta un'aggressione al bene della vita oggetto di tutela, in definitiva modesta", come si legge su "Brescia Oggi".

Pochi giorni prima l'assoluzione di Antonio Gozzini

La decisione presa dal giudice per le indagini preliminari arriva pochi giorni dopo un'altra sentenza che aveva fatto discutere. Sempre al tribunale di Brescia un uomo di 80 anni, Antonio Gozzini, era stato assolto dall'accusa di aver ucciso la moglie: secondo il giudice la donna era stata uccisa a coltellate per un "delirio di gelosia", un'espressione che aveva suscitato molte polemiche. "Non stiamo parlando della gelosia come sentimento ma di una malattia mentale", avevano chiarito in seguito l'avvocato dell'ex imputato e lo stesso tribunale nelle motivazioni della sentenza. Una vera e propria malattia che all'80enne è valsa l'assoluzione, mentre il pubblico ministero aveva chiesto una condanna all'ergastolo.

157 CONDIVISIONI
autopromo immagine
Più che un giornale
Il media che racconta il tempo in cui viviamo con occhi moderni
api url views