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Picchiano e rapinano due imprenditori in casa, rapinatori incastrati per un tutore alla caviglia

Tre rapinatori sono stati arrestati per un colpo messo a segno a Lodi il 23 gennaio scorso. I poliziotti sono riusciti a rintracciarli perché uno di loro aveva un tutore a una caviglia che ha permesso di individuarlo nella banca dati del Ministero della Sanità.
A cura di Enrico Spaccini
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Foto di repertorio
Foto di repertorio

Tre rapinatori, autori del colpo messo a segno il 23 gennaio scorso in un condominio di via Ungaretti a Lodi ai danni di due imprenditori, sono stati arrestati dalla polizia. A incastrarli sono stati i filmati registrati dalle telecamere di sorveglianza installate nell'abitazione. Sebbene avessero i volti nascosti dai passamontagna, gli agenti sono riusciti a risalire all'identità di uno di loro, e poi anche degli altri grazie ai pedinamenti, perché aveva un tutore a una caviglia.

Il colpo del 23 gennaio

Era il 23 gennaio e tre uomini, due italiani e un cittadino albanese, si erano introdotti in un appartamento di un condominio in via Ungaretti. All'interno c'erano ancora la coppia di imprenditori, titolari di un'azienda nel settore cosmetico nel sud di Milano, che ci abitano.

Li hanno picchiati, gli hanno tappato le bocche con lo scotch e legati con fascette da elettricista. Il colpo gli ha fruttato diverso denaro contante, vari orologi e altri gioielli di valore.

Il tutore alla caviglia

Le telecamere interne all'appartamento avevano ripreso tutta la scena, ma riconoscere gli autori della rapina era pressocché impossibile. I passamontagna coprivano bene i loro volti. Uno di loro, però, aveva un tutore, un fissatore esterno, applicato alla tibia della gamba sinistra.

Gli investigatori hanno dedotto che potesse aver subito un intervento chirurgico nei mesi precedenti. Così hanno deciso di svolgere alcuni accertamenti alla banca dati del Ministero della Sanità. Gli agenti della polizia sono riusciti così a risalire a un 35enne di origine albanese che poco tempo prima era stato operato in una struttura sanitaria di Torino. Pluripregiudicato per reati contro il patrimonio, è diventato il primo sospettato.

Il resto della banda

Una volta rintracciato, gli agenti hanno iniziato a pedinarlo riuscendo così ad accertare che aveva effettivamente preso parte al colpo del 23 gennaio perché indossava gli stessi vestiti di quel giorno e pure lo stesso tutore. Continuando i pedinamenti, è stato possibile poi rintracciare anche i complici.

Uno è residente nella provincia di Lodi. Secondo gli investigatori, era lui che aveva il compito di acquisire informazioni sulle vittime, sul loro tenore di vita, sui luoghi da loro frequentati e sulle loro abitudini. Un altro, residente nella provincia di Milano, poteva vantare importanti agganci nel mondo criminale milanese e del sud Italia.

Il gip ha disposto per loro la misura di custodia cautelare in carcere, eseguita martedì 20 giugno dalla polizia della Questura di Lodi. In seguito alle perquisizioni, gli agenti hanno rinvenuto circa 20mila euro in contanti, un'arma da sparo con munizioni e gli indumenti utilizzati per la rapina. Al momento, sono indagate altre due persone (un italiano e un cittadino romeno) perché ritenute coinvolte nella rapina.

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