54 CONDIVISIONI
video suggerito
video suggerito

Picchia la compagna e la fa abortire con un’iniezione in casa: 29enne condannato a 2 anni e un mese

Un 29enne è stato condannato a 2 anni e un mese di carcere per maltrattamenti e lesioni. L’uomo avrebbe picchiato l’ex compagna più volte tra il 2019 e il 2020 e l’avrebbe costretta ad abortire con l’iniezione di un farmaco.
A cura di Enrico Spaccini
54 CONDIVISIONI
Immagine di repertorio
Immagine di repertorio

È stato condannato a 2 anni e un mese di carcere il 29enne che tra il 2019 e il 2020 avrebbe picchiato la sua compagna nella Bassa Bergamasca anche quando lei era incinta di un bimbo procurandole un aborto casalingo con una iniezione. Il Collegio della giudice Donatella Nava ha deciso, poi, di riconoscere l'attenuante del problema di tossicodipendenza e di assolverlo dall'accusa di violenza sessuale, come richiesto dal pm Fabio Magnolo.

I pestaggi, le minacce di morte e l'aborto casalingo

L'ultima testimonianza raccolta in aula è stata quella della madre della vittima. La donna, in lingua punjabi tradotta da un'interprete, ha raccontato di quelle volte in cui aveva visto la figlia con il viso tumefatto e sporco di sangue, ha ricordato le telefonate che la ragazza le faceva chiusa dentro il bagno con in sottofondo le urla dell'uomo e le minacce di morte che subiva ogni giorno.

Il 29enne, di nazionalità indiana, avrebbe compiuto "numerosissimi pestaggi anche in presenza di terzi" contro la sua compagna, sua connazionale e oggi 35enne, fra il 2019 e il 2020 quando era sotto l'effetto di sostanze stupefacenti o quando la sua fidanzata non gli dava i soldi per comprare la droga.

Le violenze erano quotidiane avevano portato la vittima a sviluppare problemi di alcolismo e psichiatrici. Quando ad agosto del 2020 avevano scoperto che la ragazza era incinta, entrambi erano decisi a interrompere la gravidanza. Per questo motivo si erano recati in ospedale, ma la 35enne ebbe un ripensamento. Tornati a casa, il 29enne le avrebbe iniettato un farmaco contro la sua volontà procurandole un aborto.

Il processo e la condanna in primo grado

Il 29enne non si è mai presentato al processo. Nell'udienza che si è tenuta ieri, giovedì 14 marzo, il Collegio ha deciso di condannarlo in primo grado a 2 anni e un mese di carcere per maltrattamenti e lesioni. Il pm aveva chiesto una condanna a 2 anni, derubricando le lesioni in percosse. Per i giudici, però, questo non era ammissibile poiché un referto medico aveva indicato per la ragazza una prognosi di 10 giorni per lividi al volto e a una gamba.

L'avvocato d'ufficio Fabio Marongiu, che difende il 29enne, aveva chiesto per l'imputato l'assoluzione, ritenendo la ragazza non attendibile. Nella sentenza di condanna, i giudici hanno ritenuto prevalenti le attenuanti, tra cui i problemi di tossicodipendenza, sull'aggravante di aver picchiato la compagna quando era incinta del bambino poi perso.

54 CONDIVISIONI
autopromo immagine
Più che un giornale
Il media che racconta il tempo in cui viviamo con occhi moderni
api url views