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Perché un asilo nido nel Milanese è stato multato per diecimila euro: cos’è successo

L’asilo nido “La Combriccola dei birichini di Betty” utilizzava le foto dei piccoli sul web facendo firmare una liberatoria ai genitori. Il garante della privacy li ha comunque condannati a pagare diecimila euro (poi ridotti a cinque)
A cura di Matteo Lefons
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Foto di repertorio
Foto di repertorio

Diecimila euro di multa (poi ridotti a cinque) a un asilo nido per non aver tutelato l'immagine dei bambini su internet. Il garante della privacy non è stato particolarmente clemente con "La combriccola dei birichini di Betty", scuola di Rho (Milano) che utilizzava le foto dei piccoli sul proprio sito web. Il procedimento è iniziato a causa della segnalazione di un genitore che, al momento dell'iscrizione della figlia, ha dovuto firmare il consenso all'utilizzo delle immagini della bambina. Dall'asilo hanno fatto sapere che la multa è stata pagata già il 30 agosto, anche se la vicenda è diventata pubblica solo oggi, 10 settembre.

Secondo il garante della privacy però le liberatorie non hanno alcun valore perché prevale "il superiore interesse dei minori a non vedere pubblicate online, per promuovere l’attività dell’asilo, le fotografie che li ritraggono in momenti particolarmente intimi della loro esperienza scolastico-educativa".

Interesse dei minori che la redazione di Fanpage.it aveva già trattato a più riprese. L'avvocato Guido Scorza ha infatti raccontato quali siano i rischi di diffondere immagini dei propri figli durante il primo giorno di scuola. E, in particolare, la possibilità che possano fare il giro del mondo ed essere a disposizione di miliardi di persone.

Nel caso specifico dell'asilo di Rho, a finire nel mirino dell'indagine questa volta sono sia le foto diffuse su internet, sia il sistema di video sorveglianza, attivo durante tutte le attività della scuola perché non rispettava la normativa sulla privacy.

La responsabile dell'asilo Elisabetta Cecchetti, intervistata dal quotidiano La Repubblica, si è difesa sostenendo che probabilmente si è trattato di una ritorsione da parte di un genitore che cinque anni prima aveva iscritto la figlia. E ha aggiunto: "Abbiamo anche rimosso l’intero sistema di video sorveglianza, che avevamo peraltro installato, all’epoca del Covid, dopo aver ottenuto i fondi grazie a un bando di Regione Lombardia. Dopo il pronunciamento del Garante, abbiamo scoperto che quel bando di Regione Lombardia era a quanto pare in contrasto con la normativa europea. Credo che molti altri asili siano nella nostra stessa situazione".

Al momento il sito dell'asilo risulta in lavorazione: non è chiaro se sia proprio a causa della cancellazione delle foto che sponsorizzavano l'attività mostrando l'attività quotidiana dei piccoli.

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