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Perché il quartiere Baggio resiste al modello Milano: ecco come i cittadini ne hanno difeso l’identità

Baggio, situato all’estremo ovest di Milano, è un quartiere con una forte identità e una cittadinanza combattiva. Nel Parco di Baggio sorge la Biblioteca, un luogo che dagli anni Sessanta è punto di ritrovo e di scambi culturali per la comunità.
A cura di Matteo Lefons
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Vivere a Milano senza vivere a Milano si può. Basta lasciarsi alle spalle i grattacieli di Garibaldi, il Castello Sforzesco e il Duomo, e spostarsi fino all'estremo ovest. Lì, ai confini della città sorge Baggio, quartiere con la struttura di un paese a sé stante, con un centro storico, vie strette, diverse chiese molto riconoscibili e una cinta muraria. In realtà, paese lo è stato per secoli, fino al 1923, quando con un decreto regio è stato inglobato nella città di Milano. Baggio però ha sempre mantenuto una sua identità ben precisa, è un borgo che non si mischia con il caos della città e ne va orgoglioso. Un ruolo fondamentale nel plasmare la coscienza collettiva del quartiere ce l'ha la Biblioteca. "Molte proposte di attività da svolgere vengono dall'utenza – rivela il bibliotecario Alberto Di Monte a Fanpage.it -. Noi lavoriamo a stretto contatto con i cittadini per creare iniziative che coinvolgano la comunità, anche tutte quelle persone che magari in biblioteca non ci vengono".

La storia della biblioteca

La Biblioteca, inaugurata nel 1963 grazie all'iniziativa privata di Giulia Devoto Falck, figlia di una grande famiglia industriale, è stata sin da subito un luogo di scambi culturali. "Il progetto della biblioteca nasce dal sogno di un privato che ha intercettato i bisogni del territorio – racconta Di Monte -. Nei primi anni la collezione dei libri aveva uno spazio marginale, mentre si dava molta importanza al teatro, alle arti performative, alla musica, ai corsi. E la memoria delle prime decadi, compresa la vivace stagione delle occupazioni nei Settanta, è ancora viva e presente tra le mura della biblioteca". Oggi Baggio è ancora un quartiere al servizio dei cittadini a differenza di molti altri luoghi svuotati dai loro storici abitanti a causa di aumenti vari del costo della vita e gentrification. "Il non farsi travolgere dai cambiamenti della città è stato possibile anche grazie a dei grandi no che sono stati detti dalla cittadinanza nel corso del tempo  come la difesa di alcune ville, la difesa di nuclei di abitanti contro alcuni sgomberi che erano stati programmati e tantissimi altri episodi di lotta civile".

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Le iniziative

Una delle ultime iniziative è nata dal desiderio di Franco Trincale, cantastorie che si è esibito per decenni tra il Duomo e San Babila, di festeggiare i suoi novant'anni. "Trincale vive in un Rsa di Baggio con la moglie – racconta il bibliotecario – così noi, insieme agli utenti, abbiamo pensato di organizzare una mostra che iniziasse in biblioteca e finisse in Rsa, più un concerto a tre voci". Quindi c'è stata la residenza sanitaria per anziani aperta al pubblico per consentire a tutta la comunità di celebrare un uomo che ha fatto la storia di Milano dal dopoguerra in poi. Non mancano neppure convegni, eventi culturali, presentazioni, spettacoli.

La riqualificazione del Parco delle Cave

Pur mantenendo una forte identità, Baggio è molto cambiato nei decenni. Di Monte identifica come punto di svolta la riqualificazione del Parco delle Cave, che fino agli anni Ottanta era "un non luogo, uno spazio non abitato e di cesura", cioè un'area estrattiva dismessa molto grande (oggi è il terzo parco della città per estensione) che raccoglieva i tossicodipendenti durante il boom dell'eroina, ma anche una serie di discariche abusive. In quel progetto che ha rivoluzionato tutta la zona ovest di Milano, la cittadinanza attiva, compresi i frequentatori della Biblioteca di Baggio, ha avuto un ruolo fondamentale: sono stati i residenti di tutti i quartieri che circondano il parco a organizzarsi in comitati e pressare il Comune per riqualificare la zona. E infatti negli ultimi trent'anni Baggio è diventato un luogo molto più vivibile, anche attrattivo. Milano dovrebbe ispirarsi al modello di Baggio, alla sua biblioteca e alla sua cittadinanza, perché spesso sembra dimenticare che i cittadini fanno la città più di quanto la città faccia i cittadini.

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