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Perché il progetto che porterà all’installazione di pannelli solari su 116 ettari nel Lodigiano fa discutere

Nel territorio di Mulazzano, in provincia di Lodi, una società italo-svizzera ha proposto la realizzazione di un impianto agrovoltaico avanzato che coprirebbe 116 ettari del territorio. A causa della sua estensione e impatto sociale e ambientale, la questione sta suscitando forti preoccupazioni tra i cittadini e le associazioni locali. Il sindaco, contattato da Fanpage.it, ha spiegato com’è andata.
A cura di Vittoria Brighenti
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In rosso l’estensione del progetto, in giallo l’area residenziale di Mulazzano e in azzurro l’area residenziale di Cassino d’Alberi (una frazione)
In rosso l’estensione del progetto, in giallo l’area residenziale di Mulazzano e in azzurro l’area residenziale di Cassino d’Alberi (una frazione)

"È un'operazione industriale spacciata per sostenibilità. Un parco agrovoltaico che è uno scempio. Noi non siamo contro le energie rinnovabili, riteniamo che prima di arrivare a occupare suoli agricoli sia necessario utilizzare aree già compromesse". Il progetto del quale parlano a Fanpage.it Tania Miranda, vicepresidentessa del comitato "Tutela identità del territorio e del paesaggio" e la consigliera Stefania Dal Ben, è un grande impianto di pannelli solari di 62,25 megawatt che si estenderà su 116 ettari tra i comuni di Mulazzano e Zelo Buon Persico, in provincia di Lodi. E proprio a causa della sua estensione e del possibile impatto sociale e ambientale che potrebbe avere, la questione sta suscitando forti preoccupazioni tra i cittadini e le associazioni locali.

Il progetto

Partiamo dal principio. Nel dicembre 2024, una società italo-svizzera, ha presentato al ministero dell'Ambiente e della Sicurezza Energetica (MASE) l'istanza per l'avvio del procedimento di VIA (Valutazione di impatto Ambientale) del progetto, obbligatoria per progetti di queste dimensioni. Il ministero poi, come da procedura, ha trasmesso a Regione, Provincia, Comuni e altri enti la comunicazione con cui disponeva l'inizio della verifica dell'impatto ambientale che il progetto potrebbe avere sui territori.

In questa fase, sia Enti che cittadini possono inviare osservazioni in merito. Il Comune di Mulazzano, come confermato anche dal sindaco, non ha inviato alcun tipo di osservazione. In un primo momento, nemmeno i cittadini hanno potuto farlo a causa di un problema tecnico avvenuto nella pubblicazione della comunicazione all'Albo Pretorio comunale: "Molte persone quindi hanno inviato le osservazioni oltre la data di scadenza non essendo venuti a conoscenza dell'esistenza di questo progetto. Noi, come comitato, abbiamo quindi supportato i cittadini nella presentazione di circa 50 pec, oltre naturalmente quelle inviate dal comitato stesso", ha sottolineato Tania Miranda.

La società italo-svizzera ne ha accolte alcune e ha modificato parzialmente il progetto. Il ministero ha poi fissato un nuovo termine per l'invio di ulteriori osservazioni. Il comitato ha quindi lavorato per predisporne e presentarne di nuove, considerato che le modifiche apportate dall'azienda non sono per loro soddisfacenti: "Ad oggi, la situazione resta critica. Il sindaco e la giunta comunale però, pur avendo espresso preoccupazione, non si sono mai dichiarati apertamente contrari al progetto", conclude Stefania Dal Ben.

I problemi tecnici

Considerate le parole di Tania Miranda e di Stefania Dal Ben, Fanpage.it ha deciso di interpellare il sindaco di Mulazzano Michael Gola. Il primo cittadino ha specificato che il progetto ha visto sin da subito l’interesse dell’Amministrazione Comunale la quale, a differenza di quanto può essere stato esternamente percepito, si è immediatamente trovata nella difficoltà di non poter essere parte attiva e decisiva nell’iter che avrebbe portato o meno all’autorizzazione della realizzazione dell’impianto: "L’intera questione è stata immediatamente strumentalizzata e distorta in un gioco politico delle parti che non ha e non deve trovare mai luogo in una realtà comunale come la nostra. L’unica possibilità che il Comune di Mulazzano ha avuto, al pari di un semplice cittadino, è stata quella di poter presentare un’osservazione al progetto".

In merito alle osservazioni: "Per essere incisive e meritevoli di reale attenzione da parte degli Enti competenti, è necessario che vi siano elementi oggettivi e tecnici da portare in contrasto con quella che è un’autorizzazione richiesta da un’azienda privata su di un’area privata. Non hanno quindi efficacia quelli che possono essere, seppur sacrosanti, pareri favorevoli o non favorevoli sulla mera realizzazione del progetto, così come le opinioni personali non supportate da precisi dati tecnici. Sin da subito l’Amministrazione si è sempre espressa come pienamente concorde a quelle che erano già state le osservazioni tecniche presentate dalla Provincia di Lodi e dalla Regione Lombardia in contrasto al progetto presentato".

E sul problema tecnico che ha impedito inizialmente di inviare le osservazioni ai cittadini, Gola ha precisato che questo è stato dovuto alla mancata pubblicazione del documento di presentazione del progetto sull'Albo Pretorio. Una scelta che non è stata però volontaria. Ha infatti sottolineato che si è trattato di un errore. Quando si è reso conto di quanto accaduto erano però ormai scaduti i termini di presentazione delle osservazioni sul progetto da parte dei cittadini. Considerato l'errore, ha deciso di contattare il ministero richiedendo espressamente la possibilità di riaprire i termini e di chiedere alla società privata proponente di partecipare a un’assemblea pubblica informativa in cui veniva spiegato interamente il progetto. Inoltre lui stesso si è fatto portavoce delle osservazioni dei residenti, comunicando l’apertura di una casella mail dedicata alla quale inviare rimostranze e osservazioni.

A conclusione: "In questo lungo e complesso percorso è stato profondamente sconfortante constatare che alcune parti politiche del territorio cogliessero l’occasione non per affrontare nel merito la tematica, ma anzi per ridicolizzare un tema così complesso e stratificato trasformandolo in un deprecabile gioco delle parti in cui l’unico obiettivo non era l’impianto agrivoltaico in questione bensì un triste teatrino politico di meriti e colpe a livello Comunale del tutto indegno. L’appello, a conclusione di questo lungo ma doveroso recupero di quanto accaduto, è sempre il medesimo ed è rivolto a tutti gli attori coinvolti: tematiche di questo tipo sfuggono completamente al controllo e alla gestione di un semplice Comune, pur essendo l’Ente più immediatamente coinvolto sul proprio territorio".

La preoccupazione dei cittadini sull'impatto ambientale del progetto

Oltre alla metodologia con la quale la cittadinanza è stata informata del progetto, come anticipato, a allarmare sono stati numerosi fattori. In primis l'impatto ambientale e l'inquinamento che un impianto di quelle dimensioni comporterebbe sul territorio. Giovanni (nome di fantasia), un residente di Mulazzano, ha raccontato a Fanpage.it le sue preoccupazioni e quelle dei sue compaesani: "Ci sarebbe inquinamento acustico, perché i pannelli che si orientano con il sole hanno dei motori elettrici che funzionano all'unisono molto rumorosi. Si aggiunge il rischio di una bolla di calore, perché le infrastrutture utilizzate aumenterebbero del 100 per cento la temperatura del microclima, e un impatto sociale non indifferente: lì vicino c'è una rsa, un asilo nido, una pista ciclabile molto frequentata che quindi diventerebbe inutilizzabile".

In aggiunta, si dice preoccupato per il tempo che i lavori impiegherebbero: "Stiamo parlando di un anno e mezzo di lavori, ci sarebbe un movimento di automezzi a stravolgere il territorio". 

Il progetto, oltre a dividere a metà il paese, sarebbe tra i più grandi d'Italia. Stefania Dal Ben, membro del comitato, ha infatti ribadito: "Stiamo parlando di un territorio di 1 milione di metri quadri, equivalente a 196 campi da calcio, con più di 85mila pannelli solari a un'altezza di circa 4 metri e mezzo". L'immagine inviata a Fanpage.it (in alto) rende l'idea della dimensione vasta del territorio che verrebbe sottratto alla coltivazione: "C'è anche un problema legato alla biodiversità. L'habitat, la fauna e i corridoi ecologici verrebbero evidentemente compromessi. Qui siamo pieni di campanili che sono nidi per le cicogne, con i pannelli per loro sarà praticamente impossibile restare, per non parlare delle ricadute sociali dovute all'isolamento in cui si troverà la frazione di Cassino d'Alberi rispetto al resto del territorio comunale", ha concluso.

Il prossimo appuntamento per discutere del progetto è un tavolo istituzionale fissato per il 24 ottobre. Il comitato e i cittadini incontreranno le forze politiche del territorio, oltre che il sindaco, il suo vice e vari enti sovracomunali.

"Il nostro augurio è che prima di tutto si cominci ad affrontare il tema, in particolar modo tra tutti gli attori locali coinvolti o interessati, non al pari di una delle peggiori e vili campagne elettorali, ma nel reale merito del procedimento autorizzativo e, soprattutto, che in merito a quest’ultimo gli Enti di competenza raccolgano e interpretino le preoccupazioni della Comunità in una precisa normativa che tutti noi desideriamo ardentemente al fine di tutelare come sempre al meglio delle nostre possibilità il territorio che siamo chiamati ad amministrare e accudire", conclude il sindaco.

Tania Miranda e Stefania Dal Ben hanno espresso la piena disponibilità dell’organismo a collaborare con il sindaco e la giunta comunale per la tutela e la valorizzazione del territorio. Hanno ricordato di aver inviato una pec formale per proporre un momento di confronto, nella convinzione che solo attraverso il dialogo si possano costruire soluzioni condivise e durature. Con spirito aperto e costruttivo, il comitato guarda alla serata del 24 ottobre come a un’occasione preziosa per ritrovarsi, ascoltarsi e compiere insieme un passo avanti verso un futuro comune.

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