video suggerito
video suggerito
Opinioni

Perché il futuro politico di Beppe Sala dipende da San Siro e cosa c’entra con l’inchiesta sull’urbanistica

Sul tema vendita San Siro si gioca il futuro del sindaco Beppe Sala: se questa non dovesse passare, non è escluso che il primo cittadino possa decidere di dimettersi.
A cura di Ilaria Quattrone
122 CONDIVISIONI
Immagine

L'ultimo filone dell'inchiesta sull'urbanistica ha sicuramente scosso violentemente il Comune di Milano. Le indagini sull'ormai ex assessore Giancarlo Tancredi, finito adesso agli arresti domiciliari, e sul sindaco Beppe Sala – stando ad alcune voci di palazzo – stanno mettendo a dura prova i rapporti tra il primo cittadino e la sua stessa maggioranza.

È di ieri la notizia di ultimatum inviato proprio dal primo cittadino: "O si chiude su Pgt, Piano Casa e San Siro o andiamo tutti a casa". Subito il partito Democratico, attraverso la voce della sua capogruppo a Palazzo Marino Beatrice Uguccioni, ha cercato di rassicurare affermando che i voti, in particolare su San Siro, ci saranno. Ed è proprio sullo stadio Meazza che per Sala si gioca la partita più importante.

Il futuro di San Siro è strettamente legato a quello del sindaco. In primis perché è il progetto sul quale ha investito di più. Tanto che, negli scorsi mesi, il comitato Sì Meazza (da sempre contrario alla vendita) e alcuni consiglieri avevano attaccato duramente il primo cittadino sostenendo che stesse trattando lo stadio come una sua proprietà. Insomma. Sala non è disposto a rinunciare alla vendita. Anzi. Proprio negli ultimi incontri che ha avuto, si è detto disponibile ad accettare cambiamenti nelle politiche ambientali, abitative e sociali. Tutto pur di concludere la vendita di San Siro. Tanto che, nel caso in cui questa dovesse saltare, non è escluso che il primo cittadino presenti le dimissioni.

E, in seconda battuta, perché sa che aprirebbe una crisi di maggioranza difficile da arginare. Se l'opposizione dovesse votare compatta insieme ai cinque consiglieri di maggioranza che hanno sempre votato contro la vendita e ad alcuni che, nei mesi, hanno spesso espresso le proprie perplessità, la delibera non passerebbe. Sala ne è consapevole. E forse, proprio su questo sfondo, arriva il monito: "O chiudiamo o andiamo tutti a casa".

Agosto sarà un mese di trattative e dialoghi. Una delle ipotesi che sarebbe stata ventilata è anche quella di abbassare il quorum durante le votazioni: considerato i dubbiosi e chi ha votato contro, qualche assenza "mirata" potrebbe sicuramente far passare la delibera.

Per il momento poi è impossibile escludere eventuali novità sul tema anche dal punto di vista giudiziario. Le carte del pool di magistrati sull'ultima inchiesta urbanistica hanno appena sfiorato anche il Meazza: lo stadio viene citato anche in uno scambio di messaggi tra l'ormai ex presidente della Commissione paesaggio, Giuseppe Marinoni, e l'architetto Federico Pella, socio della società di progettazione integrata J+S. Entrambi sono adesso ai domiciliari.

Le loro parole, per la Procura, dimostrerebbero che un altro obiettivo del loro "programma criminoso, per il quale i due confidavano pure nell'appoggio dell'assessore Tancredi" fossero proprio "le opere relative allo stadio Meazza e alle aree limitrofe". E ricordiamo che gli stessi magistrati hanno un fascicolo d'indagine aperto dopo l'esposto del Comitato Sì Meazza.

Settembre, mese in cui è stata rinviata la discussione sulla vendita, sarà quindi un mese ancora più importante. Dal quale dipenderà il futuro politico del sindaco di Milano e forse anche l'esito anche delle prossime elezioni comunali.

122 CONDIVISIONI
Immagine
Giornalista professionista da novembre 2021 e vice capo area della cronaca di Milano di Fanpage.it. Scrivo di cronaca nera e giudiziaria, ma prevalentemente di temi sociali, in particolare: condizioni carceri e Cpr, disagio minorile e tematiche legate al mondo del lavoro.
autopromo immagine
Più che un giornale
Il media che racconta il tempo in cui viviamo con occhi moderni
api url views