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Perché Enrico Pazzali, indagato nel caso Equalize, tornerà ad essere presidente di Fondazione Fiera Milano

Enrico Pazzali, torna presidente di Fondazione Fiera Milano. Il manager, indagato per il caso dei presunti dossieraggi commessi attraverso l’agenzia investigativa Equalize, ha ritirato l’auto sospensione con cui aveva momentaneamente rinunciato alla carica.
A cura di Alice De Luca
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Enrico Pazzali
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Enrico Pazzali è tornato a ricoprire la carica di presidente di Fondazione Fiera Milano. Il manager, indagato per i presunti dossieraggi commessi attraverso l'agenzia investigativa Equalize di cui era titolare, ha infatti revocato l'auto sospensione dalla carica che si era imposto lo scorso ottobre, dopo gli arresti di altri indagati. Per lui, invece, il giudice per le indagini preliminari aveva bocciato le misure cautelari. I pm Francesco De Tommasi e Antonello Ardituro avevano fatto ricorso contro la decisione del gip, insistendo sulla richiesta degli arresti per Pazzali e altri indagati, e sono ora in attesa della sentenza del tribunale del Riesame.

La revoca dell'auto sospensione è stata, secondo quanto riferito a Fanpage.it dal suo avvocato Federico Cecconi, una "decisione fisiologica, dettata da necessità di contemperare legittime scelte di vita personale con esigenze dell'Ente". Pazzali resta comunque indagato con l'accusa di associazione a delinquere finalizzata agli accessi abusivi nelle banche dati strategiche nazionali, come lo Sdi delle forze dell'ordine. Secondo la sua difesa, il manager sarebbe stato tenuto all'oscuro delle attività illecite avvenute nell'agenzia: l'acquisizione di informazioni segrete dalle banche dati sarebbe avvenuta da parte del gruppo operativo che lavorava all'interno di Equalize, formato dall'ex superpoliziotto Carmine Gallo, morto a marzo, e l'hacker Nunzio Samuele Calamucci. Pazzali ha riferito di sapere che il business della società si basava su relazioni "reputazionali" perfettamente legali.

Nelle intercettazioni Pazzali parla di alcuni politici, persone note e a lui legate, come il presidente del Senato Ignazio La Russa, sulle quali sono stati realizzati dossier. Secondo il manager, però, le ricerche erano solo dimostrative, per "verificare, in termini di riscontro con le notizie pubbliche e con quelle a lui note, il funzionamento e l'efficienza del software", la piattaforma Beyond, aggregatore di dati.

I procuratori, però, non credono all'estraneità di Pazzali e anzi pensano che il manager sia a capo dell'organizzazione criminale. Gli inquirenti ritengono che Pazzali dovrebbe essere arrestato perché potrebbe "acquisire informazioni segrete relative alle indagini a proprio carico", entrando in chat e mail degli investigatori "sulle quali scorrono" dati ed elementi dell'inchiesta, anche con l'aiuto di Gabriele Pegoraro, hacker indagato nell'inchiesta ma a piede libero. 

Nel frattempo sul ritorno di Pazzali alla guida dell'ente si è espresso anche il presidente della Regione Lombardia, Attilio Fontana: secondo lui la fondazione "É assolutamente libera e indipendente e non può subire il condizionamento da nessuno, neanche da parte dei membri. Il garantismo – ha aggiunto – è un principio di cui sono molto orgoglioso". In merito alla decisione del manager, ha detto che "era una sospensione che si era lui autoimposto e quindi ritiene che a questo punto sia opportuno ricominciare a lavorare. Credo che sia sicuramente una opportunità sua".

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