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Nuovo stadio di San Siro

Perché è saltata la votazione nel Consiglio comunale di Milano sulla vendita dello stadio di San Siro

La prima seduta del Consiglio comunale di Milano sulla delibera per la vendita della Gfu di San Siro si è conclusa con un nulla di fatto. Diverse Commissioni non sono riuscite a esaminare in tempo i documenti e molti consiglieri hanno depositato emendamenti che dovranno essere discussi. Il 29 settembre si torna in aula “a oltranza” per arrivare a una votazione.
A cura di Enrico Spaccini
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Il sindaco Beppe Sala alla seduta del Consiglio comunale del 25 settembre (foto da LaPresse)
Il sindaco Beppe Sala alla seduta del Consiglio comunale del 25 settembre (foto da LaPresse)
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Sette giorni per analizzare una delibera costruita in sette anni di trattative si sono rivelati non sufficienti, come molti avevano già previsto. Il Consiglio comunale di Milano si è riunito ieri pomeriggio dalle 16:30 alle 20:30 per discutere la proposta di compra-vendita della Grande Funzione Urbana che include lo stadio ‘G. Meazza' che dovrà essere presentata alle proprietà di Inter e Milan entro il 30 settembre. La maggioranza sperava di arrivare già alla fase di votazione, che però è slittata a lunedì 29 settembre. Diverse Commissioni non sono riuscite a discutere la delibera in tempo per la seduta, altre sono state escluse e una su tutte, quella per la Legalità e il Contrasto alla criminalità organizzata, ha sollevato questioni centrali: "È opaco ciò che sta a monte – ovvero l'identità degli effettivi proprietari dei club – ed è a rischio ciò che sta a valle – in rifermento alle imprese che lavoreranno nei cantieri – servono informazioni precise", è l'avvertimento di Nando dalla Chiesa.

Il nodo Commissioni e la questione Legalità

La seduta del 25 settembre si è aperta alle 16:30 e, prima ancora che la vicesindaca Anna Scavuzzo presentasse la delibera sulla cessione dei diritti sulla Gfu di San Siro di 159 pagine approvata dalla giunta la scorsa settimana, sono iniziate subito le proteste. Al punto che il centrodestra ha chiesto di sospenderla, per consentire ai consiglieri di esaminare con più calma un documento che potrebbe rivelarsi cruciale per il destino della città e che hanno potuto esaminare in appena sette giorni. La richiesta è stata respinta dalla maggioranza del Consiglio.

Tra attacchi diretti al sindaco Beppe Sala sulla gestione della trattativa e i fischi e i "buu" del pubblico che si sono sollevati durante l'intervento di Scavuzzo, i consiglieri hanno ribadito più volte come non fosse ammissibile votare una delibera che non è stata ancora discussa da tutte le Commissioni. In particolare, la Commissione Sport si è riunita, ma non ha dato il documento per discusso in tempo per la seduta delle 16:30; nelle Commissioni Bilancio e Urbanistica la minoranza ha fatto sì che non ci fosse il numero legale sufficiente per decidere; le Commissioni Ambiente, Legalità e Affari Istituzionali avevano iniziato la fase istruttoria, ma sono state escluse dall'ultima seduta congiunta.

Infine, hanno dominato il dibattito le parole di Nando dalla Chiesa, presidente della Commissione per la Legalità e il Contrasto alla criminalità organizzata. Appena prima che iniziasse la discussione in aula, dalla Chiesa è riuscito a mettere in guardia il Consiglio sulla "opacità" dell'operazione: "Il rischio mafioso permane a monte e a valle perché le informazioni avute sulla proprietà non chiariscono, non riusciamo a capire con chi si sta parlando", ha dichiarato, "servono informazioni precise sulla persona fisica che è la legittima proprietaria, in particolare per quanto riguarda l’Inter" e "garanzie sulle imprese che lavoreranno nei cantieri".

Gli emendamenti depositati

Quando lo scorso 17 settembre la giunta comunale ha approvato la delibera (con la sola assessora Elena Grandi dei Verdi contraria), la vicesindaca Scavuzzo ha dichiarato che "di fatto" non sarà possibile "accettare alcun emendamento" da parte del Consiglio, "perché andrebbe a inficiare l'equilibrio delle relazioni". Un "prendere o lasciare" che Carlo Monguzzi, consigliere di Europa Verde, aveva già definito "il punto più basso della democrazia degli ultimi anni", che durante la seduta del 25 settembre ha bollato come "insulto democratico" e che gran parte del Consiglio non sembrerebbe essere disposto ad accettare. A fine giornata gli emendamenti depositati erano già arrivati a 50, ma entro il 29 settembre potrebbero superare i 150.

La seduta di lunedì si prospetta come decisiva. È stata convocata a oltranza, questo vuol dire che potrà terminare solo con una decisione, che sia positiva o negativa. Da un lato c'è il sindaco Sala e gran parte della maggioranza che sostiene "di avere negoziato al meglio con le società", dall'altra l'opposizione, i Verdi e un paio di consiglieri ancora indecisi: Monica Romano (Pd) e Marco Fumagalli (lista Beppe Sala). Le scadenze all'orizzonte sono sempre le stesse: il 30 settembre, giorno in cui scadrà la proposta d'acquisto avanzata da Inter e Milan, e il 10 novembre, data di entrata in vigore del vincolo Paesaggistico che impedirà l'abbattimento del ‘Meazza'.

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