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Paziente viene ricoverato dopo 14 ore di attesa a più di 100 chilometri di distanza: “È stato un incubo”

Gino Bormolini ha dovuto attendere 14 ore prima di venire ricoverato in ospedale, viaggiando da Sondalo a Chiavenna per oltre 100 chilometri. La nipote: “Abbiamo passato la notte in macchina per paura che potesse avere complicazioni”.
A cura di Enrico Spaccini
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Foto di repertorio
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Un 81enne ha dovuto attendere 14 ore prima di essere ricoverato in ospedale. È successo in provincia di Sondrio nella notte tra il 31 dicembre e l'1 gennaio e a riportare la vicenda è stata la nipote dell'anziano con un lungo post pubblicato su Facebook. Il racconto inizia proprio l'ultimo giorno dell'anno quando Gino Bormolini, classe '42 e residente nel Comune di Sondalo, accusa febbre alta, tosse e dolori in varie parti del corpo. Solo dopo la mezzanotte all'81enne gli viene assegnata una camera all'ospedale di Chiavenna (al termine di un viaggio di due ore e di oltre 100 chilometri) e alle 14 del primo giorno dell'anno arriva la diagnosi: polmonite interstiziale.

Il primo ricovero a Sondalo

La famiglia di Bormolini ha chiamato l'ambulanza il 31 dicembre dopo che l'81enne aveva trascorso una nottata preda della febbre alta e della tosse. Il personale sanitario del 118, che Sharon, nipote del paziente, ha descritto come "eccellente e gentilissimo", dopo una prima visita ha deciso di trasportarlo all'ospedale di Sondalo. Per capire cosa potesse avere, i medici lo sottopongono a "esami, lastre, tac, encefalogramma".

Per questo tipo di accertamenti ci vuole diverso tempo e la scarsità di personale in confronto all'afflusso di pazienti di certo non aiuta. "Inizia a essere pomeriggio e il nonno va ricoverato", ha continuato la nipote, "ma le voci di corridoio ci fanno scendere le braccia: in Medicina non c’è posto".

Il viaggio di due ore verso Chiavenna

Così, la famiglia di Bormolini ha deciso di portarlo "a malincuore" a Sondrio. Intanto il tempo passava ed erano ormai 12 ore che l'81enne era fermo su un lettino di un pronto soccorso. Alle 21:09 arriva la notizia: "Va ricoverato e trasportato a Chiavenna". L'ambulanza è partita alle 21:44, ma a bordo c'era anche un'altra signora "sempre per mancanza di personale", osserva Sharon Bormolini. Dopo due ore di viaggio, l'anziano paziente è arrivato al nuovo ospedale.

Bormolini è stato poi sottoposto a un altro tampone Covid, ma il risultato era ancora negativo. Alle 00:30, però, i medici si sono accorti di un valore anomalo emerso nell'encefalogramma che farebbe pensare a una positività al Covid, a dispetto dei risultati precedenti, e hanno deciso infine di spostare l'81enne in una stanza singola.

La diagnosi di polmonite interstiziale è arrivata alle 14 dell'1 gennaio e, ha continuato la nipote del paziente, "abbiamo dovuto aspettare le 15 per poterlo vedere". Dopo circa 14 ore di attesa e oltre 100 chilometri percorsi in ambulanza, Gino Bormolini è stato ricoverato e ha iniziato le cure. "Per lui è stato un incubo, oltre al fatto che era sfinito dalla febbre", ha commentato Sharon: "Mi chiedo com'è possibile che non si potesse trovare un posto letto per due persone anziane e gli hanno fatto fare un viaggio così lungo dopo 12 ore di attesa in pronto soccorso senza cibo. Abbiamo passato la notte in macchina fuori dall’ospedale per paura ci potessero essere delle complicazioni".

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