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Ultime notizie sull'omicidio di Laura Ziliani

Omicidio Laura Ziliani, verso il processo per le due figlie e Mirto Milani: attesa lunedì l’udienza

Si terrà lunedì 27 giugno l’udienza preliminare per Paola e Silvia Zani e Mirto Milani, tutti accusai dell’omicidio dell’ex vigilessa Laura Ziliani.
A cura di Giorgia Venturini
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Si aprono le porte del Tribunale di Brescia per la prima volta per Paola e Silvia Zani e Mirto Milani, in carcere con l'accusa di aver ucciso l'ex vigilessa di Temù Laura Ziliani. La loro confessione è arrivata a un anno dall'omicidio e pochi giorni dopo la chiusura delle indagini: Laura era stata uccisa l'8 maggio dello scorso anno e ritrovata cadavere esattamente due mesi dopo. L'arresto di due delle sue tre figlie e del fidanzato della maggiore è invece scattato il 24 settembre. Da allora i tre indagati si erano chiusi nel silenzio, prima della confessione dello scorso mese prima di Milani e poi anche delle sorelle Zani. I tre hanno confessato di aver pianificato l'omicidio e di aver occultato il cadavere poi. Ora per loro si aprono le porte del Tribunale.

La famiglia della Ziliani si costituirà parte civile

Le porte del Tribunale si apriranno lunedì 27 giugno per l'udienza preliminare davanti al gup Gaia Sorrentino: si deciderà per il rinvio a giudizio del trio criminale. Durante il processo Piergiorgio Vittorini, legale che assiste la terza figlia e la nonna, ha spiegato a Fanpage.it che – una volta che il giudice per le indagini preliminari deciderà sul rinvio a giudizio – si costituiranno parte civile e chiederanno il risarcimento. Proprio loro sono state, durante le indagini, due delle figure chiave. Nell'ordinanza di custodia cautelare, si legge infatti che la figlia Lucia avrebbe raccontato di un rapporto ostile tra le sorelle e la madre.

La confessione di Mirto Milani

A parlare per primo davanti gli inquirenti è stato Mirto Milani: il fidanzato della sorella maggiore ma anche amante della minore ha spiegato che quella notte "le abbiano dato i farmaci, poi le abbiano messo un sacchetto in testa e lo abbiamo chiuso. Laura non moriva e io e Silvia le abbiano stretto le mani al collo". Un sacchetto quindi e non un cuscino come aveva ipotizzato il medico legale. Poi è arrivata anche la confessione delle due figlie: i tre durante l'interrogatorio hanno anche ammesso di aver tentato di uccidere Laura Ziliani il 16 aprile quando le somministrarono una tisana che la fecero dormire per oltre 48 ore. "Un episodio che altro non è che il prodromo dell'omicidio" avevano detto gli inquirenti.

Il movente dell'omicidio

Si vedrà ora se davanti al giudice verrà confermato il movente economico del trio: come più volte detto dalla madre di Laura agli investigatori, le due ragazze erano molto attaccate al denaro. Entrambe insieme alla sorella Lucia e alla madre, erano comproprietarie di diversi fabbricati e terreni. Durante alcune intercettazioni, le due ragazze e il fidanzato si confrontavano su varie ipotesi come "la volontà di aumentare gli affitti" oltre che congratularsi per i soldi che avrebbero ricevuto. Un interesse quello economico condiviso anche dallo stesso Mirto che, come racconta la madre di Ziliani, avrebbe avuto un litigio con l'ex vigilessa perché "spendeva troppi soldi per la ristrutturazione di via Ballardini". In una delle intercettazioni, il ragazzo avrebbe poi raccontato a un amico che la donna avrebbe avuta una situazione debitoria tale da indurla a scappare "inscenando la propria morte". Debiti che però non sono mai esistiti.

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