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Ultime notizie sull'omicidio di Laura Ziliani

Omicidio Laura Ziliani, “uccisa per eredità”: quanto vale il patrimonio della ex vigilessa

Le due figlie di Laura Ziliani e il fidanzato della maggiore, secondo gli inquirenti, hanno “ucciso per i soldi dell’eredità”. Subito dopo la scomparsa della madre si erano messi e gestire il patrimonio immobiliare della vittima chiedendo agli inquilini un affitto maggiore e di saldare immediatamente gli arretrati. Ma quanto ammonta il patrimonio della Ziliani e quanto guadagnava al mese?
A cura di Giorgia Venturini
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Non aveva debiti e non faceva la "bella vita" Laura Ziliani. Lo rivelano gli inquirenti che indagano sull'omicidio dell'ex vigilessa di Temù avvenuto la notte tra il 7 e l'8 maggio: sono le indagini a smentire quanto detto in una chiamata intercettata da Mirto Milani, il fidanzato di una delle due figlie di Laura e anche lui finito in carcere con l'accusa di omicidio e occultamento di cadavere. Durante una conversazione con un amico Mirto Milani si chiede quanti soldi Laura Ziliani ha sul suo conto in banca. E ancora: "Ha dirottato dei soldi nel corso del tempo su un altro conto e adesso si sta facendo la bella vita da qualche parte". Poi Milani teneva a sottolineare che "la situazione è disastrosa. Lei spendeva più di quello che prendeva. Cioè non andava neanche in pari".

L'eredità come movente dell'omicidio

L'arrestato alludeva al patrimonio della vittima: Ziliani aveva una serie di appartamenti in affitto, con fabbriche e terreni che le garantivano una rendita. Tutto, secondo Mirto Milani, gestiti male dalla donna. L'eredità e il denaro sarebbero infatti il movente dell'omicidio: dall'inizio delle intercettazioni, ovvero il 26 maggio, gli investigatori hanno registrato conversazioni tra Silvia Zani e Paola Zani, nonché dello stesso Mirto Milani, in cui parlavano della situazione patrimoniale della madre precisando la volontà di impossessarsi il prima possibile della locazione di alcuni appartamenti, contattando i locatari della Ziliani per aumentare immediatamente l'affitto e costringerli a saldare tutti gli arretrati. Il tutto deviando i bonifici sul conto delle sorelle Zani. A gestire tutto il business delle locazioni c'era la madre di Mirto Milani (non indagata): era stata infatti lei a trovare un legale che si occupasse del rendiconto delle rendite della consuocera subito dopo la sua scomparsa. Stando a quanto si legge dalle carte della Procura, era la madre di Milani a incitare, stimolare e spingere il figlio e le ragazze a verificare la reale situazione economica di Laura Ziliani.

A quanto ammontavano le entrate mensili di Laura Ziliani

Le allusioni fatte da Milani sulla situazione economica della Ziliani erano poi state sentite dagli accertamenti patrimoniali fatti dagli investigatori: la donna infatti non aveva nessun debito. Tutto sarebbe stato pensato dai tre arrestati per mettersi in possesso dell'eredità della vittima: questa al mese percepiva circa 1.100 euro di stipendio in qualità di dipendente del Comune di Roncadelle, circa 1.000 euro dalla pensione di reversibilità del marito morto in un incidente in montagna nel 2012 e circa 250 euro di pensione di invalidità. A queste si aggiungono le entrate ottenute dall'affitto degli appartamenti che aveva di proprietà: difficile anche per gli inquirenti ipotizzare una cifra sulle "entrate, dichiarate o meno, ottenute delle locazioni degli appartamenti di proprietà". Per gli inquirenti però non ci sono dubbi: i tre indagati avevano l'interesse a sostituirsi a Laura Ziliani nell'amministrazione del patrimonio della vittima per risolvere i rispettivi economici e rientrare nell'esborso di 40mila euro che la scomparsa aveva imposto alle due figlie per mettere a reddito alcuni appartamenti.

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