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Omicidio Carol Maltesi

Omicidio Carol Maltesi, gli investigatori: “Fontana creò un profilo falso per chiedere un video violento”

Davide Fontana avrebbe creato un profilo falso con l’obiettivo di creare una richiesta in cui chiedeva di creare un video sessuale dal contenuto particolarmente violento: a dirlo è il maresciallo maggiore Matteo Lorandini, in servizio presso il Nucleo operativo della compagnia dei carabinieri di Breno, comune in provincia di Brescia, dove è stato trovato il corpo della ragazza.
A cura di Ilaria Quattrone
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Carol Maltesi, la 26enne uccisa dall'ex compagno Davide Fontana
Carol Maltesi, la 26enne uccisa dall'ex compagno Davide Fontana
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Avrebbe creato un profilo falso con l'obiettivo di creare una richiesta in cui chiedeva di creare un video sessuale dal contenuto particolarmente violento: è quanto ha raccontato il maresciallo maggiore Matteo Lorandini, in servizio presso il Nucleo operativo della compagnia dei carabinieri di Breno, comune in provincia di Brescia, durante il processo relativo all'omicidio di Carol Maltesi.

La ragazza sarebbe stata uccisa dal vicino di casa Davide Fontana, l'uomo di quarant'anni che è al momento l'unico imputato. Nella giornata di ieri, lunedì 28 novembre 2022, si è svolta un'udienza al Tribunale di Busto Arsizio, in provincia di Varese. Durante questa, il maresciallo maggiore ha confermato che il reo confesso avrebbe chiesto tramite "Only Fans", la piattaforma che la 26enne utilizzava per lavoro, di realizzare un video estremo.

La ragazza voleva andare a vivere con il nuovo fidanzato

Dalle indagini svolte dai carabinieri bresciani, è emerso che dopo quest'ultimo video la ragazza – che è stata uccisa e fatta a pezzi proprio dall'uomo – sarebbe andata via da Rescaldina (Milano). La 26enne viveva proprio in quel comune e accanto a lei, abitava Fontana. Tra i due era nata una relazione poi divenuta un'amicizia e collaborazione lavorativa. L'uomo però non avrebbe mai accettato l'intenzione della donna di farsi una nuova vita con il nuovo fidanzato e magari avvicinarsi al figlio che viveva a Verona e per questo l'avrebbe uccisa.

"So di aver fatto una cosa mostruosa e orribile. Non mi spiego ancora adesso – ha detto ieri in aula – come ho potuto fare una cosa del genere. Provo pentimento e vergogna ogni singolo giorno che passa". L'uomo avrebbe anche detto: "È giusto che io paghi e dal carcere voglio fare tutto il possibile per espiare. Spero un giorno che tutti possiate perdonarmi".

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