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Covid 19

Nuovi posti letto Covid in Lombardia, manca il personale: rischio peggioramento per i pazienti cronici

La coperta corta sulla questione dei nuovi posti letto in vista dell’aumento dei contagi è quella del personale dedicato. Se vengono spostate risorse sugli ospedali Covid vengono tolte alla gestione dei malati ordinari, tra cui quelli cronici che rischiano di peggiorare.
A cura di Simona Buscaglia
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Sono al momento 18 gli ospedali con le terapie intensive dedicate ai malati Covid sul territorio, fino a qualche settimane fa erano 8. I numeri, riportati dalla direzione welfare di Regione Lombardia, sottolineano però un altro problema: il nodo non è infatti aprire un ospedale ma metterci a lavorare il personale. La coperta corta è quella dei medici e degli infermieri: se vengono dedicati ai soli reparti Covid, o a un'eventuale nuova apertura di strutture ad esso dedicate, come potrebbe essere quello in Fiera, vengono meno in altri reparti ordinari degli ospedali. Sarebbe questo il delicato equilibrio tra la quasi saturazione dei posti letto per i pazienti malati di Coronavirus negli ospedali lombardi e la riapertura di nuovi spazi per un possibile aumento ulteriore dei contagi. "Il personale deve essere messo dove serve veramente", fanno sapere a Fanpage fonti della direzione generale Welfare, perché nonostante i bandi, le risorse umane sono quelle più preziose che richiedono una gestione intelligente "senza seguire il titolo di giornale del momento". Perché non c'è solo il Covid. Secondo quanto riferito, il rischio è che i pazienti cronici, che non sono riusciti ad avere le cure adeguate a causa dell'intasamento dei reparti da parte dei malati per la pandemia, peggiorino sempre più e questo ha un costo sociale ed economico "significativo che non può essere trascurato".

Il delicato equilibrio delle risorse umane

A mano a mano che la situazione epidemiologica cambia, così come le previsioni, si chiede alle varie strutture ospedaliere di aumentare i loro posti dedicati ai malati affetti da Coronavirus ma è chiaro che questo va a togliere spazio alle normali degenze. Il monitoraggio per le decisioni sulle aperture di nuovi posti letto è costante, anche in base ai dati comunicati da diversi pronto soccorso. Proprio per ovviare al peggioramento delle condizioni dei malati con patologie croniche, e per evitare ulteriori stop a interventi chirurgici, l'assessorato aveva annunciato quest'estate lo stanziamento di 100 milioni per il contenimento delle liste d’attesa su proposta della vicepresidente e assessore al Welfare, Letizia Moratti. Poi ci sono i bandi per il reclutamento dei medici di medicina generale ma sono processi comunque  lunghi, o almeno non immediati. Il personale sanitario disponibile, tra medici e infermieri, deve quindi essere calibrato tra le normali degenze, l'aumento di pazienti Covid, che rimane comunque al momento lontano dai numeri dell'anno scorso, e la decisione di dedicare quindi nuovi reparti al Coronavirus, ma anche tra il personale per la somministrazione dei vaccini, anche quello fondamentale.

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