“Non posso più prendere metro, treni o andare al bar perché ho protestato per Gaza”: la 21enne col Daspo urbano

Loreto, Porta Venezia, Piazza Oberdan, Repubblica, Melchiorre Gioia, Lunigiana, Viale Brianza. E ovviamente Stazione Centrale. Sono tutti luoghi in cui Arianna, studentessa 21enne e membro del centro sociale Lambretta, non potrà mettere più piede per i prossimi due anni. Perché? Perché protestava per la Palestina. Si è trovata in mezzo agli scontri di Stazione Centrale dello scorso 22 settembre, è caduta a terra, si è fatta male a un braccio ed è stata prelevata dalla polizia con le accuse di resistenza aggravata e interruzione di pubblico servizio. "Ho l'obbligo di firma – rivela Arianna a Fanpage.it – tutti i giorni fino alla prossima udienza che sarà intorno a fine ottobre. Il Daspo urbano prevede pene da uno a tre anni di prigione e una multa da dieci a ventiquattro mila euro. Non posso proprio entrare nel quadrilatero intorno alla Stazione Centrale".
In quella giornata di proteste sono scese nelle piazze di tutta Italia più di mezzo milione di persone, ma solo in Stazione Centrale a Milano si sono verificati scontri tra manifestanti e polizia perché solo lì non è stato colto lo scopo di quell'iniziativa, cioè bloccare tutto, stazioni, autostrade, porti. La gente che prende le distanze dalla complicità della politica italiana riguardo al genocidio di Gaza, perpetrato dallo stato di Israele da ormai quasi due anni. "Siamo arrivati in Stazione con le mani alzate – racconta Arianna -. Nessuno si aspettava una reazione così confusionaria da parte delle forze dell'ordine. Non sapevano neanche loro come comportarsi, ci davano indicazioni contrastanti. E la gente ha iniziato ad arrabbiarsi sempre di più".
La ragazza è stata portata via dai poliziotti dopo esser caduta, col braccio insanguinato. Prima nella stazione di polizia vicino a Centrale, dove tutti gli otto fermati erano insieme, poi in questura. Alle due della notte tra il 22 e il 23 settembre le è stato comunicato che non era in stato di fermo, ma in stato d'arresto. A differenza dei due minorenni che sono stati portati al carcere minorile Cesare Beccaria, ad Arianna e a un'altra ragazza del Lambretta è stato risparmiato il trasferimento al San Vittore: sono state trattenute nelle celle della questura fino al processo del giorno successivo.
"Non posso prendere la metro nelle fermate del quadrilatero intorno alla stazione – prosegue Arianna – e se volessi spostarmi in treno, non potrei partire da Centrale". In attesa di ricorsi e sviluppi, Arianna ha subito pesanti conseguenze per aver protestato contro il genocidio dei palestinesi. Non sarà un Daspo a fermare chiunque si mobiliti per la causa, come testimoniano le piazze di questi giorni a sostegno della Global Sumud Flotilla. La manifestante conclude: "Proteste di questa portata non si vedevano da chissà quanto tempo, ci va gente di tutte le età, anziani, adulti, ragazzini. La rabbia sociale, lo sdegno delle persone non possono essere più fermati, è troppo grave lo sterminio che sta avvenendo a Gaza".