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Neonazisti di Do.ra. irrompono alla festa del 25 aprile ad Azzate, Anpi: “Idee fuori dalla democrazia”

Alcuni militanti del gruppo neonazista Do.ra. hanno fatto irruzione alle celebrazioni del 25 aprile ad Azzate. Ad allontanarli, gli agenti della Digos e il sindaco.
A cura di Enrico Spaccini
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Lo striscione mostrato dai militanti Do.ra. ad Azzate (frame video)
Lo striscione mostrato dai militanti Do.ra. ad Azzate (frame video)

Durante le celebrazioni del 25 aprile ad Azzate, in provincia di Varese, si sono presentati alcuni iscritti di Do.ra. L'acronimo per Comunità militante dei dodici raggi sta a indicare un gruppo dichiaratamente neonazista già al centro di indagini per la ricostruzione del partito fascista. Il loro capo, il pregiudicato Alessandro Limido, ha affrontato un manifestante antifascista creando tensioni. Una volta allontanato, ha fatto srotolare uno striscione con la scritta "nessuno si illuda si possa scordare il sangue versato per non tradire" e il simbolo del fascio littorio accompagnato da canti e saluti fascisti.

L'irruzione dei militanti Do.ra.

A provocare la reazione dei militanti Do.ra. sarebbe stato, a parer loro, lo striscione "Azzate ama la pace e non a-dora il fascio" con la parola "a-dora" scritta a testa in giù. Per questo motivo, interpretandolo come un riferimento agli avvenimenti di piazzale Loreto in cui Mussolini venne appeso per i piedi, si sarebbero presentati numerosi per contestare le persone che avevano preso parte alle celebrazioni del 25 aprile, giorno in cui si commemora la liberazione dell'Italia dal nazifascismo.

"Vieni qua a spiegare lo striscione", ha ripetuto uno dei partecipanti all'irruzione in cui è stato messo in discussione anche il sindaco Giovanni Nicola che tentava di placare gli animi. Qualcuno, invece, come si può vedere nel filmato pubblicato da Malpensa24.it, è quasi arrivato a contatto con i presenti, prima di venire allontanato dagli altri membri del gruppo e poi dalla Digos.

"Erano in quattro agenti, mentre i Do.ra. erano 40", ha commentato Vittore Brunazzo, segretario dell'Anpi locale: "È stato un episodio brutto e mi dispiace che i miei figli e i tanti ragazzi che erano presenti abbiano dovuto vedere e sentire certe cose". Riferendosi, poi, anche allo striscione con tanto di simbolo del littorio e ai saluti fascisti. "Quelle nazifasciste sono idee che stanno fuori dalla democrazia. In Italia c’è stata una guerra civile: una parte stava nel giusto e l’altra no, non c’è molto altro da dire", ha concluso Brunazzo.

La presenza del gruppo ad Azzate

In seguito alle indagini circa la ricostruzione del partito fascista, nel 2017 venne chiusa la storia sede Do.ra. di Caidate, sempre nel Varesotto. I militanti decisero di riaprirla lo scorso autunno proprio ad Azzate.

Lo stesso gruppo di estrema destra, lo scorso marzo, ha organizzato un presidio davanti al Municipio della città. Il Consiglio comunale, in quei giorni, era impegnato alla votazione della proposta sul conferimento della cittadinanza onoraria a Liliana Segre.

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