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Muore a 24 anni sul lavoro, il giudice: “Colpa di una pratica pericolosa, ma voluta per fare prima”

Leonardo Scarpellini è morto all’età di 24 anni mentre era a lavoro in un’azienda di Boltiere (Bergamo): per i giudici di primo grado, che hanno condannato il manager della ditta, il decesso è stato causato da una pratica pericolosa, utilizzata per risparmiare tempo.
A cura di Ilaria Quattrone
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Il 19 gennaio 2017 a Boltiere, comune che si trova in provincia di Bergamo, un ragazzo di appena 24 anni – Leonardo Scarpellini – è morto mentre stava sostituendo una molla idraulica di un camion. All'epoca dei fatti, la Procura aveva deciso di aprire un fascicolo d'indagine. L'amministratore delegato della Volvo Group Retail Italia è finito a processo. Lo scorso 11 luglio è stato condannato in primo grado a due anni con pena sospesa e non menzione.

Nella giornata di oggi, mercoledì 2 agosto, sono state pubblicate le motivazioni che hanno portato i giudici a questa decisione. Per il Tribunale, la morte dell'operaio è da ricondurre "a un rischio specifico dell'attività aziendale, prevedibile e previsto".

Leonardo Scarpellini era stato appena assunto a tempo indeterminato

Il 24enne lavorava nell'azienda da poco più di un anno. Una settimana prima dell'incidente aveva festeggiato l'assunzione a tempo indeterminato. Proprio sul suo profilo Facebook aveva scritto: "Indeterminatamente Volvo". A causare la morte di Scarpellini, è stata l'esplosione della molla che stava sostituendo. Il decesso è avvenuto un'ora e 45 minuti dopo l'incidente.

Per i giudici, il manager sarebbe responsabile di una "violazione grave del dovere di vigilanza" sia sull'attività del dipendente morto che di quelli che avrebbero "consentito e tollerato" una prassi che era "altamente rischiosa".

L'operazione scelta per risparmiare tempo

Nonostante le controindicazioni, per svolgere l'operazione nel più breve tempo possibile si utilizzava l'aria compressa: "Evidentemente perseguendo l’interesse della società ad un rapido svolgimento della mansione, con un apprezzabile risparmio di tempo e di forza lavoro".

L'operazione corretta prevede innanzitutto il supporto di un collega: la manovra quindi sarebbe stata eseguita manualmente e "senza l'utilizzo dell'aria compressa". In questo modo sarebbe stato neutralizzato "il prevedibile rischio di infortunio".

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