Morto sulla pista a Orio al Serio, il segretario Cisl: “Nessuno presidiava gli arrivi, oggi è pieno di controlli”

"Se ieri è successo quello che è successo è anche perché non c'era nessuno a presidiare l'area degli arrivi", ha commentato a Fanpage.it Pasquale Salvatore, Segretario generale della Fit Cisl Bergamo, in riferimento alla morte di Andrea Russo, il 35enne che ieri mattina, martedì 8 luglio, ha perso la vita risucchiato dal motore di un aereo sulla pista di atterraggio di Orio al Serio. "Per questo l'uomo è riuscito a entrare dalle porte automatiche. Oggi, però, guarda caso l'area era presidiata da due persone da un lato e dall'altro che assistevano l'uscita dei passeggeri".
Secondo quanto emerso nel corso delle indagini, dopo essere giunto in aeroporto a bordo di una Fiat 500 rossa, Russo si sarebbe diretto all'area dedicata agli arrivi dell'aeroporto. Una volta lì avrebbe atteso l'apertura delle porte automatiche, attivate all'uscita di qualche passeggero, per introdursi e quindi eludere i controlli di sicurezza. Dopodiché, inseguito da alcuni poliziotti, l'uomo avrebbe percorso a ritroso la via d'uscita sino alla pista di atterraggio dove è poi stato risucchiato dal motore di un Airbus A319 di Volotea diretto in Spagna che, al momento dei fatti, stava ultimando la manovra di allontanamento dalla piazzola di sosta.
"Stiamo attenzionando il tema sicurezza già da qualche mese, da quando un'altra persona aveva scavalcato le recinzioni e si era nascosto nel carrello di un aereo", ha continuato il segretario generale a Fanpage.it. "Al tempo, oltre alla denuncia del fatto, avevamo proposto di instaurare un osservatorio insieme alla prefettura, alle società e tutti coloro che si occupano della sicurezza di Orio al Serio, per analizzare le criticità e trovare soluzioni. Purtroppo, però, non siamo riusciti a trovare un punto d'incontro e il progetto non è decollato".
Per quanto riguarda la sicurezza, "c'è un responsabile che è dipendente del gestore aeroportuale che gestisce una serie di procedure tra le quali il sistema di video sorveglianza, i diversi presidi e la cartellonistica che servono ad accedere all'area sensibile dell'aeroporto", ha continuato a spiegare Salvatore. "Chi fa sicurezza in aeroporto sono le forze dell'ordine e le guardie giurate che non sono lavoratori diretti dell'aeroporto. Per cui, a parte quello delle guardie giurate che è un servizio esterno che viene appaltato, non sappiamo il numero esatto di poliziotti presenti che cambia di giorno in giorno in base alle disponibilità della Questura così come la presenza dei militari in loco".
Rispetto al caso specifico, infine, Salvatore interviene così: "Tutti ci domandiamo come sia stato possibile che una persona sia riuscita a entrare in un'area così protetta. Per capirci, per entrare in quell'area o fai parte delle istituzioni o delle forze dell'ordine, oppure serve un apposito tesserino aeroportuale, un'autorizzazione specifica. Se non si ha un'autorizzazione, non si entra. Sicuramente, però, uno dei problemi è stato il fatto che nell'area degli arrivi non c'era alcun controllo. E se è successo quello che è successo è anche per questo. Noi avevamo chiesto più volte un maggior presidio, ma è evidente che l'aeroporto necessiti di un potenziamento del personale".
Enac: "Il presidio di sicurezza ha funzionato e non ha mostrato buchi"
Anche Enac, l'Ente nazionale per l'aviazione civile, ha deciso di vederci chiaro sulla dinamica della morte di Andrea Russo e ha chiesto a Sacbo, la società di gestione dello scalo bergamasco, una relazione dettagliata su quanto accaduto.
L'obiettivo è quello di far luce sulle falle della sicurezza e capire come mai una persona estranea allo scalo sia riuscita, in pochi attimi, a oltrepassare l'area degli arrivi, aprire una porta di emergenza e ritrovarsi sulla pista, a pochi metri da un velivolo che stava decollando. Secondo quanto appreso, la relazione della direzione territoriale sarebbe già arrivata a Enac e ora sarà esaminata dalle varie direzioni dell'ente che valuteranno se ci sono i profili per intervenire con delle prescrizioni anche se dalle prime risultanze "non emergono difficoltà infrastrutturali".
Nel mentre, il presidente, Pierluigi Di Palma, ha riferito che "l'Enac non ha alcuna preoccupazione sulla sicurezza della struttura aeroportuale e del trasporto aereo". "Leggeremo la relazione con attenzione, ma non emergono situazioni di difficoltà infrastrutturale", ha aggiunto. Perché "il presidio di sicurezza ha funzionato e non ha mostrato buchi".