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Morte di Maurizio Rebuzzini: nello studio trovate tracce di Dna da analizzare, escluso il tentato suicidio

Come riferito a Fanpage.it, gli agenti della scientifica hanno effettuato rilievi con il luminol nello studio di Maurizio Rebuzzini, dove hanno trovato tracce di Dna che saranno analizzate in laboratorio. Per il momento è esclusa l’ipotesi di un tentativo di suicidio e i tabulati telefonici hanno confermato la telefonata che il figlio Filippo ha detto di aver fatto al padre prima di trovarlo in fin di vita sul ballatoio dello studio. L’autopsia è stata fissata per martedì.
A cura di Alice De Luca
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A destra, Maurizio Rebuzzini per Obiettivo Camera ©️ Elisabetta Brian; a sinistra, l’ingresso dello studio di Rebuzzini.
A destra, Maurizio Rebuzzini per Obiettivo Camera ©️ Elisabetta Brian; a sinistra, l’ingresso dello studio di Rebuzzini.

Si sono conclusi nella serata di ieri, sabato 20 settembre, i rilievi della polizia scientifica nello studio di Maurizio Rebuzzini, il critico fotografico trovato in fin di vita sul ballatoio del suo laboratorio a Milano e poi morto dopo essere stato portato in ospedale. I lividi che presentava sul collo hanno fatto sospettare che il 74enne potesse essere stato strangolato e per questo è stato aperto un fascicolo di indagine per omicidio, affidato alla pubblico ministero Maria Cristina Ria. Come riferito a Fanpage.it, gli agenti hanno effettuato rilievi con il luminol e prelevato dallo studio del fotografo, in via Zuretti, diversi campioni di Dna che saranno analizzati in laboratorio per poter essere attribuiti.

Gli investigatori, inoltre, hanno escluso l'ipotesi del tentato suicidio: nel laboratorio del fotografo, infatti, non sono stati trovati posti dove Rebuzzini avrebbe potuto legarsi per strangolarsi in modo autolesivo. Per questo motivo le indagini proseguiranno sulla pista dell'omicidio, che al momento sembra la più verosimile. Proseguono anche gli accertamenti sui tabulati telefonici del cellulare della vittima. Da questi esami è stata confermata la telefonata che il figlio del fotografo, Filippo Rebuzzini, ha detto di aver fatto al padre attorno alle 18:30, prima di andare nel suo studio e trovarlo in fin di vita: secondo il suo racconto era stata proprio la mancata risposta a questa chiamata che lo aveva fatto preoccupare e lo aveva spinto ad andare a controllare come stesse il genitore.

Come ha detto a Fanpage.it, il figlio di Rebuzzini non ritiene verosimile lo scenario dell'omicidio: "Sono stato ascoltato dai pm tutta la notte per capire se potesse avere dei nemici – ha raccontato – Mi hanno chiesto tutti i vestiti che indossavo, perché devono capire cosa è successo e vogliono scongiurare altre ipotesi. Ci sono due telecamere, che presumo abbiano già acquisito. Tra una settimana le prove diranno che è come dico io: mio padre non è stato strangolato né ucciso". Non è confermato che Filippo Rebuzzini, come scritto da alcuni giornali, abbia ricevuto da un uomo una querela per atti persecutori e lesioni il giorno della morte del padre. L'autopsia sul corpo del 74enne è invece prevista per martedì 23 settembre.

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