Morì sul posto di lavoro per una scala troppo corta: la ditta pagherà un milione e 800mila euro alla famiglia

Era un venerdì del marzo 2019. Umberto De Paola, 56 anni, stava lavorando su un solaio di un condominio a Magenta, in provincia di Milano, quando è caduto da un'altezza di tre metri. Dopo due giorni è morto a causa del forte trauma cranico. A distanza di sei anni, il Tribunale Civile di Milano ha stabilito che l'azienda dovrà pagare ai famigliari un risarcimento di un milione e 800mila euro tra danni e spese legali. Dalle indagini era emerso che l'uomo stava usando una scala troppo corta per raggiungere la botola sul solaio, quindi ha provato ad arrampicarsi con la sola forza delle braccia, ma è precipitato al suolo.
Le responsabilità dell'azienda
Secondo il Tribunale, la ditta è responsabile di "non aver valutato i rischi specifici legati all'accesso al sottotetto e all'attrezzatura utilizzata", ma anche di "non aver fornito al lavoratore strumenti idonei a garantire la salute e la sicurezza nello svolgimento delle mansioni". In più, si sono evidenziate una serie di omissioni che avrebbero potuto salvare la vita a De Paola, come l'assenza di una scala dalla lunghezza adatta per permettere all'operaio di raggiungere direttamente la botola senza arrampicarsi e l'assenza di una persona a terra che reggesse la scala.
Le altre condanne
Il risarcimento è solo l'ultima questione che restava da definire: il rappresentante legale della ditta era già stato condannato a un anno di reclusione sia in primo che in secondo grado. Secondo quanto emerso dal processo, c'è stato un esplicito divieto da parte del costruttore di utilizzare altri tipi di scale, nonostante le norme di sicurezza prevedessero strumenti più adeguati. Non ci sono dubbi sulle responsabilità dell'azienda, quindi Annamaria Salerno, giudice della decima sezione civile di Milano, ha accolto le richieste economiche del legale dei famigliari di De Paola.