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Milano, sono positivi al Coronavirus ma vanno a lavorare al ristorante: ora rischiano il carcere

Due uomini di 36 e 20 anni sono stati denunciati a piede libero per aver violato l’isolamento fiduciario dopo la positività al Covid. I due, come comunicato dai carabinieri, si sono recati al ristorante di cui sono rispettivamente titolare e dipendente. Ora rischiano una detenzione in carcere dai 3 ai 18 mesi.
A cura di Filippo M. Capra
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Guai in vista per il titolare di un ristorante e un suo dipendente che si sono recati a lavoro nonostante la positività al Coronavirus. Come accertato dai controlli dei carabinieri della Compagnia di Milano Porta Monforte, in collaborazione con il Nucleo Radiomobile, la coppia di cittadini peruviani si era recata nel locale situato in zona Turro poco prima dell'intervento delle pattuglie. A conferma di ciò, i video delle telecamere di sorveglianza e la testimonianza di alcuni presenti. I due, di rispettivamente 36 e 20 anni, si erano trattenuti qualche minuto nel locale prima di allontanarsi, violando l'isolamento domiciliare fiduciario che avrebbero dovuto rispettare sino alla negatività del tampone, come comunicatogli dall'Ats di Milano.

Vanno al ristorante dove lavorano ma sono positivi al Covid: rischiano il carcere

I due individui sono stati quindi denunciati a piede libero per aver inosservato un ordine "legalmente dato per impedire la diffusione di una malattia infettiva dell’uomo" e rischiano dai 3 ai 18 mesi di carcere, oltre ad una sanzione che oscilla tra i 500 e i 5.000 euro. Parallelamente, il locale è stato sequestrato a scopo preventivo per consentire i lavori di sanificazione degli spazi, mentre tutti gli altri dipendenti e i clienti presenti al momento dell'arrivo dei due positivi all'interno del locale sono stati invitati a tornare a casa in attesa di ricevere comunicazioni da parte dell'Ats per procedere con gli accertamenti sanitari del caso.

Fontana: Chiederemo ai cittadini di rispettare le regole anti-Covid

Proprio questa mattina, il presidente della Regione Lombardia Attilio Fontana aveva dichiarato che bisognerà "chiedere ai cittadini di mantenere un comportamento adeguato" ai tempi che viviamo, rispettando la distanza di sicurezza e l'utilizzo della mascherina. Va da sé che tutti i cittadini non sono solo invitati ma, anzi, sono obbligati a rispettare il periodo di isolamento domiciliare sino al tampone negativo che certifichi la guarigione dal Covid. Tali dichiarazioni del governatore vanno contestualizzate in ottica nuove misure di contenimento allo studio ora del Governo Conte. Fontana ha inoltre dichiarato che il Paese "non può permettersi un nuovo lockdown".

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