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Covid 19

Milano, mancano 56 medici in città e 160 in provincia. Il Pd: “Regione in grande difficoltà”

Emorragia di medici a Milano e provincia dove nella prima mancano 56 medici, nella seconda 160. Questo quanto denunciato dal Partito Democratico in Regione Lombardia. “Oggi la medicina territoriale lombarda è debole e insufficiente e in sua assenza, ancora una volta sta arrivando il privato”, ha spiegato la consigliera regionale Carmela Rozza.
A cura di Filippo M. Capra
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Continua l'emergenza medici a Milano e nella sua provincia. Secondo quanto comunicato dal gruppo regionale lombardo del Partito Democratico, infatti, nel capoluogo di regione mancano 56 medici, mentre nell'intera Città metropolitana sono 160 le assenze. A queste carenze, poi, si aggiunge quella delle Usca, le unità speciali di continuità territoriale introdotte per la cura a domicilio del Covid-19, ammontanti ad appena 16 unità contro le 65 necessarie.

La consigliera Rozza: La medicina territoriale lombarda è debole

Tale condizione, spiega il Pd, non consente di affrontare al meglio i mesi invernali che saranno caratterizzati dall'arrivo dell'influenza e dei malanni di stagione, che inevitabilmente si sommeranno alla seconda ondata da Covid-19 che già sta investendo il territorio lombardo. La principale criticità riguarda la pressione sui pronto soccorso degli ospedali: con le cure offerte ai malati presso il proprio domicilio, infatti, tale pressione calerebbe notevolmente, motivo per cui la medicina territoriale risulta essere fondamentale. "Per aiutare gli ospedali bisogna riuscire a curare e assistere i malati a casa e questo lo si fa con i medici di medicina generale, con le Usca e con gli infermieri di famiglia", ha spiegato la consigliera regionale del Pd Carmela Rozza, aggiungendo che "oggi la medicina territoriale lombarda è debole e insufficiente e in sua assenza, ancora una volta sta arrivando il privato".

Nelle Rsa vaccinato il 50 per cento degli ospiti, l'anno scorso il 100 per cento

Una storia già nota, sottolinea la consigliera, vista con "i tamponi, poi con i vaccini, ora anche con l’assistenza telefonica, che alcuni operatori offrono a 90 euro, e la visita di un medico e la diagnostica a domicilio, proposta a 450". Per questo motivo, la Rozza insiste: "La Regione non può stare a guardare, deve trovare i medici che mancano perché la strategia seguita fin qui è fallita. I medici vanno incentivati ad accettare e vanno supportati". Un'altra criticità riguarda le strutture chiuse. Come spiegato dal vicepresidente del Consiglio regionale Carlo Borghetti, infatti, "oggi solo il 50 per cento degli ospiti delle Rsa è stato vaccinato, l’anno scorso eravamo al 100 per cento". A rincarare la dose ci pensa poi il capogruppo del Partito Democratico in Regione Fabio Pizzul, che dichiara come "la situazione in Regione ci preoccupa. Il vertice di ieri si è trasformato nell’ennesimo nulla di fatto che prelude probabilmente all’arrivo di un supertecnico per commissariare un assessorato alla sanità già commissariato. C’è uno stallo che impedisce di dare indicazioni salde e chiare alla macchina regionale per affrontare la pandemia".

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