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Milano, l’imprenditore Paolo Fassa indagato per frode: sequestrato maxi yacht da 30 milioni di euro

L’imprenditore Paolo Fassa, titolare dell’azienda trevigiana “Fassa Bartolo” e dell’omonimo team di ciclismo, è indagato per frode e auto-riciclaggio dalla Procura di Milano. Questa mattina, venerdì 8 gennaio, la Guardia di Finanza di Milano ha sequestrato nel porto di Genova un enorme yacht di oltre cinquanta metri e dal valore di circa 30 milioni di euro.
A cura di Ilaria Quattrone
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Paolo Fassa, l'imprenditore a cui è stato sequestrato lo yacht (Fonte: Facebook)
Paolo Fassa, l'imprenditore a cui è stato sequestrato lo yacht (Fonte: Facebook)

È stato sequestrato nel porto di Genova un enorme yacht, lungo oltre cinquanta metri, di proprietà dell'imprenditore Paolo Fassa indagato dalla Procura di Milano per frode fiscale e auto-riciclaggio. Il sequestro è avvenuto nella mattinata di oggi venerdì 8 gennaio ed è stato effettuato dai militari del Nucleo di Polizia economico-finanzaria della guardia di finanza di Milano.

Paolo Fassa indagato per frode fiscale e autoriciclaggio

Le indagini nei confronti di Paolo Fassa, titolare dell'azienda di Treviso "Fassa Bartolo" che produce calcestruzzi e dell'omonima squadra di ciclismo, fanno parte di un'articolata inchiesta che coinvolge un gruppo di imprenditori del settore edile. Le Fiamme Gialle, oltre al sequestro dello yacht di lusso battente bandiera britannica, hanno sequestrato oltre 1,5 milioni di euro depositati sui conti correnti societari e personali degli imprenditori.

L'articolato sistema messo in piedi dal gruppo di imprenditori

Stando alle indagini dei pubblici ministeri Paolo Storari e Giordano Baggio gli imprenditori avevano messo su un complesso sistema di frodi fiscali utilizzando false fatturazioni di prestazioni pubblicitarie. Inoltre avrebbero auto-riciclato del denaro attraverso alcune società straniere. In base a quanto riportato da una nota stampa delle Fiamme gialle, le somme di denaro ottenute dalla frode venivano investite nelle società off-shore, che avevano sede in Croazia, Svizzera, Principato di Monaco e Panama per poi essere utilizzate per l'acquisto e la gestione dell'imbarcazione. Dalle indagini è poi emerso che il mega yacht apparteneva all'imprenditore Fassa. La proprietà era stata "mascherata" come veicolo societario di un'azienda del Regno Unito, con conti in Svizzera e a Malta.

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