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Covid 19

Milano, il 7,7 per cento degli autisti dell’Atm ha sviluppato gli anticorpi al Coronavirus

Il 7,7 per cento dei dipendenti di Atm (Azienda trasporti milanesi) che si sono sottoposti volontariamente al test sierologico, è risultato aver sviluppato gli anticorpi al Covid-19. Di loro, il 35,2 per cento ha dichiarato di non aver patito alcun sintomo simil influenzale. Ad essere testati principalmente i conducenti dei mezzi di superficie che hanno lavorato durante la prima fase della pandemia.
A cura di Filippo M. Capra
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Sono arrivati gli esiti dei test sierologici a cui i lavoratori dell'Atm (Azienda trasporti milanesi) sono stati sottoposti. Dai risultati dello studio sierologico dello scorso maggio si evince che il 7,7 per cento dei 1.852 dipendenti che si sono fatti avanti volontariamente ha sviluppato gli anticorpi al Covid-19. La ricerca è stata coordinata dall'infettivologo dell'ospedale Sacco Massimo Galli e dall'università Statale di Milano.

I risultati dello screening sierologico

Stando ai risultati, ad essere entrati in contatto con il Coronavirus sono stati il 5,7 per cento degli under 45 e il 9,8 per cento degli over 45. In generale, più di un terzo di coloro risultati positivi al sierologico (35,2 per cento) non ha riferito alcun sintomo Covid-compatibile nei mesi precedenti al test o sintomi simil influenzali. Ad essere testati, sono stati soprattutto i conducenti dei mezzi di superficie che hanno continuato a lavorare durante tutta la prima fase della pandemia. Su 1.852 partecipanti, i positivi agli anticorpi Igg anti Sars-Cov-2 sono stati 142. Del totale, sono state cento le donne volontarie a sottoporsi al test, delle quali nove sono risultate positive. Inoltre, lo studio prevedeva che tutti coloro che riferissero di sintomi simil influenzali venissero sottoposti a tampone. Di 374 lavoratori, solo quattro sono risultati positivi (l'1,07 per cento).

Il professor Galli: Esiti simili a sierologico donatori di sangue

Il professore Massimo Galli ha commentato i risultati dello screening dichiarando che "la prevalenza riscontrata è simile a quella osservata nei donatori di sangue di un grande ospedale milanese (Policlinico di Milano, ndr) prelevati nella settimana tra il 30 marzo e il 7 aprile, e riflette probabilmente quanto accaduto, in termini di contagio, nell'area metropolitana di Milano durante la fase di maggior impatto dell'epidemia". L'infettivologo dell'ospedale Sacco ha spiegato che "la percentuale di persone che si sono infettate senza manifestare sintomi risulta elevata come abbiamo già riscontrato in alcuni comuni lombardi, dove la percentuale di positivi agli anticorpi senza aver presentato sintomi compatibili con Covid-19 si è sempre attestata oltre al 30 per cento".

L'infettivologo: Epidemia in declino già a maggio

A questo si aggiunge poi che gli under 45 sono risultati essere i meno infettati, motivo per cui "questo dato, in assenza di altre spiegazioni – ha continuato Galli -, depone per un incremento della suscettibilità all'infezione in relazione all'età, come abbiamo osservato anche in Castiglione d'Adda". Infine, in merito alla scarsa positività dei tamponi effettuati, l'esperto spiega che "a maggio, quando lo studio ha avuto inizio, l'epidemia fosse già in declino per effetto del lockdown".

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