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Milano, è morta Rosa Giannetta Alberoni: addio alla sociologa, scrittrice e docente universitaria

È morta all’età di 75 anni la sociologa e scrittrice Rosa Giannetta Alberoni. La studiosa, che ha insegnato fino al 2006 all’Università Iulm di Milano, era da tempo affetta da una malattia cronica, che negli ultimi giorni era peggiorata. Dal 1988 era sposata con il famoso sociologo Francesco Alberoni.
A cura di Ilaria Quattrone
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La professoressa di sociologia Rosa Giannetta Alberoni (Fonte:Facebook)
La professoressa di sociologia Rosa Giannetta Alberoni (Fonte:Facebook)

Addio a Rosa Giannetta Alberoni: sociologa e scrittrice, era stata anche docente universitaria all'Istituto universitario di lingue moderne (Iulm) di Milano. Alberoni è morta all'età di 75 anni: la causa della morte sembrerebbe essere collegata a una malattia cronica della quale soffriva da tempo e che negli ultimi giorni sembrerebbe essere peggiorata causandone il decesso.

La passione per il teatro e la ricerca sociologica

Nata a Trevico, in provincia di Avellino nel 1945 si laurea nel 1974 in lingue e letterature straniere moderne con una tesi su Bertold Brecht proprio all'università Iulm di Milano. E qui, l'anno successivo, inizia le sue ricerche sociologiche sui giovani e sul linguaggio e l'insegnamento in Sociologia generale che tiene fino al 2006. Negli anni diventa un punto di riferimento per il mondo accademico. E non solo. Qualche anno dopo aver iniziato la sua carriera allo Iulm, prepara il cortometraggio "Ulisse e la Sirena" che presenta alla Mostra del Cinema di Venezia. In questo periodo inizia anche a lavorare alla Fondazione Rizzoli dove si occupa di ricerca sui mezzi di comunicazione, cinema e teatro e fonda la cooperativa teatrale "Teatro di tutti". Nel 1988 si sposa con il famoso sociologo Francesco Alberoni e l'anno successivo pubblica il romanzo storico "L'orto del paradiso" che gli vale il Premio Gargano per la letteratura e il Premio Romeo Gigli per la narrativa. Alla narrativa e alle ricerche sociologiche seguono quelle filosofiche e storiche. Accantonati gli studi sui giovani e sul linguaggio, si dedica per trent'anni all'analisi delle concezioni storiche di molti studiosi tra cui Giambattista Vico e Popper. Queste ricerche gli permettono di pubblicare nel 1994 l'opera monumentale "Gli esploratori del tempo".

I premi e la critica all'anticristianesimo

I suoi libri vengono tradotti in molte lingue e ricevono tantissimi premi. Tra i più importanti si trovano "Sinfonia", "La montagna della luce" che ottiene il Premio Europa per la narrativa, "La voglia di more". Tra le ultime sue opere invece c'è "La cacciata di Cristo", libro – tradotto in diverse lingue straniere – amato e ammirato soprattutto da molti credenti, ma odiato da tanti altri per la sua serrata critica all'anticristianesimo. Critica che si ritrova anche in "Il Dio di Michelangelo e la barba di Dawin" dove l'ideologia dello scienziato è, secondo la sociologa, utilizzata come strumento di propaganda ateista. Oltre alla storia, alla filosofia e alla sociologia si dedica anche allo sport scrivendo insieme a Marcello Lippi il libro intervista "La squadra" che riceve il Premio Gianni Brera per la saggistica.

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