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Milano, case popolari demolite al Giambellino: ma dopo 5 anni la riqualificazione non c’è ancora

Nel quartiere milanese del Giambellino si prepara l’abbattimento di un nuovo stabile di case popolari, quello di via Manzano 4, che è stato sgomberato e blindato. È la seconda demolizione nell’ambito della riqualificazione avviata nel 2015 e che avrebbe dovuto essere conclusa in cinque anni: ma la maggior parte dei lavori è ferma per problemi di bonifica e ritardi. Intanto gli abitanti della zona, che da tempo non hanno più notizie dalle istituzioni, si sono organizzati per affrontare l’emergenza Covid. Solidarietà e volontariato hanno permesso di aiutare centinaia di famiglie con cibo, assistenza, tablet. E i ragazzi dei centri di aggregazione del quartiere hanno prodotto un documentario per raccontare la loro esperienza con la didattica a distanza.
A cura di Simone Gorla
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Uno stabile vuoto e chiuso dalle piastre di acciaio, dove rimane solo il custode a vigilare. Una nuova demolizione in vista per le case popolari del Giambellino, la seconda nel processo di riqualificazione del Lorenteggio, partito nel 2015 con grandi promesse e rimasto in larga parte fermo, mentre gli abitanti non hanno più notizie ufficiali da più di un anno. Lo stabile di via Manzano 4, sgomberato e blindato, sarà abbattuto per bonificare l'area, in vista di una possibile ricostruzione. Nel 2019 era stato demolito l'edificio via Lorenteggio 181.

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"L’abbandono del quartiere popolare da parte delle istituzioni e il conseguente degrado porta oggi a giustificare l’abbattimento di un caseggiato di edilizia residenziale pubblica. Nel frattempo i lavori di ricostruzione in Lorenteggio 181, abbattuto due anni fa, non sono ancora partiti. Ad oggi abbiamo perso decine di appartamenti che potevano essere ristrutturati e subito assegnati invece di abbatterli", osserva Luca Sansone del Laboratorio di Quartiere Giambellino-Lorenteggio, una delle realtà che da anni si battono per un rilancio della zona basato sulla creazione di una rete sociale viva e sul coinvolgimento degli abitanti degli stabili.

Tra i problemi più gravi del processo di riqualificazione in corso – spiegano gli animatori del Laboratorio di quartiere – ci sono il mancato riassorbimento degli alloggi sfitti, che nella zona sono centinaia e vengono lasciati colpevolmente vuoti da Aler, e la prevista ricostruzione solo parziale dei tre civici che verranno abbattuti in via Manzano 4, via Lorenteggio 179 e Odazio 8, con la conseguente riduzione del numero di alloggi di edilizia residenziale pubblica, in un momento storico che richiederebbe invece di aumentare la disponibilità di alloggi popolari a Milano. A questo si aggiunge il fatto che dei 31 civici che compongono il quartiere, ben 25 non saranno toccati dalla riqualificazione.

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Il consigliere regionale Nicola Di Marco, ha chiesto all’assessorato alla Casa e Housing Sociale informazioni sui lavori di riqualificazione urbana che avrebbero dovuto essere avviati da tempo nel quartiere. "Ho chiesto aggiornamenti sul cronoprogramma degli interventi già effettuati o previsti e di chiarire le cause degli eventuali ritardi che si sono verificati negli anni. La risposta che è arrivata conferma ancora una volta i rallentamenti per la riqualificazione del quartiere", spiega il consigliere del Movimento 5 Stelle. "Ancora oggi ci troviamo in alto mare e tutto questo è assurdo e non rispettoso per chi vive ogni giorno disagi".

Il masterplan, realizzato nel 2015, dava come stima dei tempi di cantiere 5 anni di tempo. Dalla nuova stima, invece, alcuni lavori di riqualificazione prevedono come termine il 2025. Un esempio di ritardo sulla tabella di marcia lo rappresenta via Giambellino 150, edificio in cui è prevista la realizzazione della Community Hub del Comune di Milano. A giugno 2019 Infrastrutture Lombarde, società impegnata nel progetto, aveva comunicato che l’avvio dei lavori sarebbe avvenuto nel secondo semestre del 2020. Ora l’assessorato ha fatto sapere che la gara per i lavori di bonifica, demolizione e ricostruzione dell’edificio è previsto per il primo semestre del 2022. "Ritardi inaccettabili dovuti inoltre ai carotaggi per il rilevamento di sostanze inquinanti, fatti solo dopo l’abbattimento degli stabili – osserva Di Marco -. Come abbiamo denunciato anni fa, tale circostanza che ha portato lo stop ai lavori già iniziati, era prevedibile all’inizio dell’iter del progetto di riqualificazione, in quanto si tratta di terreni con un importante passato industriale".

Altri progetti riguardano via Lorenteggio 179/Odazio 8, dove lo scorso luglio è stato rilasciato il parere favorevole all’analisi di rischio per la procedura di bonifica. L’attuale stima dei costi dell’intervento complessivo, comprensivo di bonifiche, esclusa la progettazione, ammonta a circa 10,5 mio di euro più Iva.

C'è poi lo stabile di via Segneri 3: nel settembre 2019 il Comune di Milano ha autorizzato il progetto di bonifica in procedura semplificata. È in corso il completamento della progettazione esecutiva finalizzata alla pubblicazione del bando di gara per l’intervento di demolizione dell’edificio esistente, bonifica dei terreni e sistemazione delle aree esterne. L’attuale stima dei costi dell’intervento complessivo, comprensivo di bonifiche, esclusa la progettazione, ammonta a circa 710.000 euro più Iva.

In via Lorenteggio 181 la porzione interessata dalla demolizione dell’edificio d’angolo (10/b) è stata bonificata e collaudata da ARPA nell’ambito dell’appalto concluso nel 2019, mentre la restante area, su cui insistevano gli edifici “a stecca” (20/b e 30/b), demoliti nel 2020, deve ancora essere bonificata nell’ambito di un appalto attualmente in gara.

Ai ritardi sui lavoro, alla mancanza di risposte sulla riqualificazione e alla condizione di fragilità che già toccava molte famiglie della zona, si è aggiunta la pandemia. Dal primo lockdown la vita degli abitanti del quartiere, dai bambini ai pensionati, si è complicata ancora di più.

Ma la comunità e la rete delle associazioni hanno saputo reagire. Dal marzo 2020 operatrici e operatori della rete delle organizzazioni del quartiere, insieme a tanti abitanti e volontari, hanno lavorato per non lasciare nessuno indietro e rispondere ai bisogni degli abitanti del quartiere. Il Fondo di emergenza Covid del quartiere Giambellino-Lorenteggio ha dato accesso ad aiuti alimentari a oltre 2mila persone, la metà delle quali sono minorenni. Nemmeno un euro è stato speso per il lavoro di organizzazione, svolto in modo completamente gratuito. Oltre 900 famiglie hanno ricevuto aiuti da 117 volontari e 32 operatori di 27 enti del territorio. Sono 240 le famiglie che hanno ottenuto tablet per permettere ai figli di seguire la didattica a distanza, 667 hanno avuto pacchi alimentari, 508 nuclei hanno ricevuto buoni spesa.

L'esperienza di come il quartiere ha "resistito" alle difficoltà create dal Coronavirus, e continua ancora oggi a farlo, è stata raccontata in un documentario realizzato da Matteo Ninni e Ahmed Malis. In un altro video Saverio Piscitelli di Officina della Produzione con i ragazzi e le ragazze dei centri di aggregazione giovanile Cde Creta e Cd Giambellino hanno raccontato l’esperienza di Dad dei giovani del Giambellino.

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