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Milano, arrestato capo ultras dell’Inter: era su auto rubata con pettorina della finanza e pistola

Vittorio Boiocchi, uno dei capi storici della curva Nord dell’Inter, è stato arrestato a Milano perché trovato insieme a un altro pluripregiudicato a bordo di un’auto rubata, con pettorine della finanza, pistola e taser. I due sono stati sorpresi dagli agenti in via Pinturicchio, in zona Città Studi.
A cura di Simone Gorla
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Erano su auto rubata con pettorine della Finanza, pistola e taser: per questo i poliziotti della squadra mobile di Milano hanno arrestato il 68enne Vittorio Boiocchi, uno dei capi storici della curva Nord dell'Inter, e il 67enne Paolo Cambedda, dopo averli sorpresi nella mattinata di ieri in via Pinturicchio, in zona Città Studi a Milano.

Arrestato storico capo ultras dell'Inter: era a bordo di un'auto rubata

La notizia dell'arresto è stata riferita dalla Questura. La polizia spiega che sulla Nissan Qashqai a bordo della quale si trovavano i due pluripregiudicati, per reati contro il patrimonio, droga e armi, è stato trovato un sacchetto con all'interno un paio di manette, delle pettorine della guardia di finanza, uno storditore elettrico, più noto come taser, oltra a una pistola a salve con la canna modificata in grado di sparare e delle cartucce calibro 38. Trovati anche dei guanti e un binocolo. Prima di essere fermati, i due sono stati pedinati e sono stati visti incontrare alcune persone. Ai due sono stati sequestrati i cellulari che saranno presto analizzati.

Un vita tra tifo e guai con la giustizia

Esponenti di primo piano del tifo organizzato nerazzurro erano finiti al centro delle cronache nel giugno dello scorso anno, quando il figlio di un altro leader della curva, Franco Caravita, per aver accoltellato un giovane durante una rissa.

Vittorio Boiocchi, 66 anni, un passato in galera per droga e rapine, ha assunto un ruolo di primo piano nella tifoseria proprio ai danni di Caravita. Come raccontava Fanpage.it all'epoca dei fatti, Boiocchi non è un semplice tifoso, è un altro storico e temuto leader degli ultras che, appena uscito dal carcere, era tornato a riprendersi il suo posto allo stadio. Il popolo nerazzurro ha buona memoria e per omaggiarlo aveva intonato il coro “Vittorio uno di noi”.

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