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Massacra di botte il nuovo ragazzo dell’ex con l’aiuto del padre: arrestati per tentato omicidio

Un ragazzo di 30 anni è stato aggredito da un giovane di 19 anni e dal padre: il motivo delle botte è da ritrovarsi in una foto condivisa su Whatsapp in cui il 30enne è ritratto insieme a una 22enne, ex fidanzata del 19enne. L’uomo è stato ricoverato per delle lesioni al cervello e si è risvegliato dopo tre giorni. Il 19enne e il padre sono stati arrestati con l’accusa di tentato omicidio.
A cura di Ilaria Quattrone
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(Repertorio)
(Repertorio)

È stato massacrato di botte talmente tanto che gli sono state causate delle lesioni al cervello: un uomo di 30 anni è ricoverato in gravi condizioni all'ospedale Niguarda di Milano. I motivi dell'aggressione, perpetrata da un ragazzo di 19 anni e suo padre, sono da ritrovarsi in una foto inviata in una chat di whatsapp. Il 30enne avrebbe infatti inviato un'immagine in cui è ritratto con una ragazza con la quale ha una frequentazione. La 22enne sarebbe l'ex del 19enne che adesso è finito in carcere, insieme al padre, con l'accusa di tentato omicidio.

La foto condivisa in una chat di WhatsApp

Nella notte tra domenica 21 e lunedì 22 marzo, il 30enne si era recato a casa di un amico in piazza Bruzzano. I due avrebbero cenato insieme a due ragazze. Durante la serata, i quattro si sono scattati alcune foto che hanno poi condiviso su un gruppo di WhatsApp. Tra i vari destinatari ci sarebbe stato anche il 19enne, ex della giovane e conoscente della vittima. Stando a quanto ricostruito dalla polizia, una volta viste le foto il ragazzo avrebbe iniziato a minacciare il 30enne.

Il 30enne si è risvegliato dopo tre giorni

Dopo che le due ragazze erano tornate a casa, il 19enne e il padre si sono recati nella casa di piazza Bruzzano. I due, dopo aver suonato insistentemente ed essersi fatti aprire la porta, hanno iniziato a picchiare il giovane con calci e pugni violentissimi. Il 30enne, dopo che i due sarebbero andati via, avrebbe provato a mettersi a letto ma dopo due ore è stato ricoverato al Niguarda: le violenze gli hanno provocato un grumo di sangue al cervello e la frattura della calotta cranica. Il 30enne è stato ricoverato in terapia intensiva e i medici hanno allertato i poliziotti che, dopo aver ricostruito l'accaduto, hanno trovato padre e figlio e li hanno fermati. Dopo tre giorni il giovane si è risvegliato ed ha potuto essere ascoltato dai magistrati. Il fermo di indiziato è stato poi convalidato dal giudice per le indagini preliminari e i due sono stati portati nel carcere di San Vittore.

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