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“Mandiamo i vigili a casa delle persone a controllare la temperatura”, la proposta dei Verdi a Sala

Temperatura a 18 gradi nei luoghi pubblici, chiusura delle porte dei negozi. Ma anche partite di Serie A giocate nel pomeriggio e settimana lavorativa di 4 giorni. Sono misure necessarie per risparmiare energia in città, secondo il capogruppo dei Verdi a Milano Carlo Monguzzi. “Dobbiamo fare dei sacrifici”. E soprattutto: “Fondamentale far rispettare le nuove regole”
A cura di Francesca Del Boca
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"Siamo in ritardo, un colpevole ritardo. Abbiamo perso dei mesi per inettitudine". Lo diceva a gran voce Carlo Monguzzi, capogruppo dei Verdi a Palazzo Marino. Profeta di sventure già all'alba dello scoppio della guerra in Ucraina, quando presentò in Comune un piano contro il caro energia che prevedeva, tra le altre cose: temperatura a 18 gradi e un'ora in meno di caloriferi negli uffici comunali; apertura della stagione termica 15 giorni dopo; spegnimento dell'illuminazione dei monumenti per almeno due notti a settimana; chiusura delle porte dei negozi quando sono in azione riscaldamenti o condizionatori."Piano drasticamente bocciato dalla non sempre lungimirante compagine che governa Milano", aveva commentato al tempo.

Adesso la notizia del gruppo di studio che riunisce Comune, Politecnico e A2a per elaborare nuove misure di risparmio energetico contro il caro bollette. "Bene. Ma sono le stesse che avevamo presentato sei mesi fa, ce le avevano bocciate tutte. Le stesse che ora propone l'Unione Europea, e il Governo". Sono le parole di Carlo Monguzzi a Fanpage.it.

"Non ci vuole una grande fantasia: se bisogna risparmiare energia, bisogna consumarne meno. E a Milano l'energia è luce e riscaldamento. È lì che bisogna intervenire". Ma il punto è uno. "Il problema è che le cose vanno fatte. Oltre alle misure, l'importante è farle rispettare".

C'è il rischio che non sia così?

Ho molta paura che si ricorra a dei palliativi, come spegnere le luci dei negozi alle 22 invece che alle 22.30. Oppure dei buoni consigli: fai la doccia più breve, cuoci la pasta con il coperchio sulla pentola… i cittadini non hanno bisogno di buoni consigli. Hanno bisogno di regole serie. E di chi le fa rispettare.

Quali sono le misure necessarie?

Meno riscaldamento innanzitutto. Un paio di gradi in meno significano tanto, se vengono istituiti come regola e controllati.

E come si potrebbe controllare, il rispetto delle regole?

I vigili che vanno a controllare le caldaie dei condomini. Semplice. E non solo. Non può esistere che in casa si debbano tenere dei gradi in meno e poi, in centro, si possano trovare i negozi con le porte spalancate e un caldo tropicale tra gli scaffali. La misura deve necessariamente coinvolgere anche loro.

Altre misure necessarie?

La luce. A Milano l'illuminazione pubblica è efficiente, quindi si può lavorare su negozi e uffici: finito di lavorare, si spengano le insegne. C'è la guerra, dobbiamo farlo.

Nella proposta presentata al tempo, avevate inserito anche smart working e settimana lavorativa di 4 giorni. Sarà fattibile, in una città come Milano?

È necessario, il minimo sindacale. Settimana corta, scaglionamento degli ingressi in ufficio a seconda degli orari, smart working… questo è l'abc. Anche la scuola: da lunedì al venerdì. Che bisogno c'è di andare in classe il sabato? La trasmissione della conoscenza avviene lo stesso, lo dico dopo una vita passata nella scuola.

Un'altra proposta era quella di non accendere gli stadi. Quindi giocare le partite di Serie A solo di giorno.

Certo, fuori dubbio. Quando ero piccolo, la Juventus giocava sempre alle due e mezza di pomeriggio. Continui a giocare alle due di pomeriggio, il sabato e la domenica. I tifosi non lavorano, i calciatori nemmeno. Che problema c'è?

Ha parlato di "colpevole ritardo". 

Nessuno ha ascoltato chi diceva "non si può dipendere dalla Russia, come dalla Libia o dall'Algeria, per il gas. Bisogna diversificare. Bisogna fare l'energia alternativa". Spesso dalla politica vengono sottovalutati i problemi, si fa tanta immagine e poca concretezza. Ma adesso ci siamo. E dobbiamo fare dei sacrifici. Tutti, che si chiamino cittadini o che si chiamino aziende. Ognuno deve fare la propria parte.

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