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Mamma caccia di casa il figlio di 15 anni perché omosessuale: “Era spaventata dal giudizio delle persone”

Oscar Innaurato, vicepresidente dell’Associazione Brianza Oltre l’Arcobaleno aps, racconta a Fanpage.it come ha convinto la donna a far rientrare in casa il figlio e a intraprendere un percorso insieme.
A cura di Ilaria Quattrone
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A Vimercate (Monza e Brianza) una mamma ha buttato fuori casa il figlio di appena 15 anni dopo che il ragazzo aveva fatto coming out raccontandole di essere omosessuale: "Questo ragazzo ci ha contattato ad aprile scorso, lo abbiamo incontrato e ci ha esposto il suo problema: voleva fare coming out con la mamma. Noi gli abbiamo dato alcuni consigli e abbiamo cercato di tranquillizzarlo", a dirlo a Fanpage.it è Oscar Innaurato, vicepresidente dell'Associazione Brianza Oltre l'Arcobaleno aps.

"Il ragazzo ci aveva raccontato che con il padre aveva già fatto coming out, era stato più facile e aveva trovato una spalla d'appoggio. Aveva fatto lo stesso anche con i compagni di scuola e anche con loro non aveva avuto problemi". Quando ha deciso di raccontare tutto alla madre, la donna lo ha mandato via di casa. Il quindicenne ha così chiamato nuovamente lo sportello per chiedere aiuto.

Il confronto con la madre

"Era notte inoltrata. Sono intervenuto al volo, ho fatto ragionare la mamma e in qualche modo abbiamo trovato una quadra. Nel frattempo il ragazzo aveva contattato il padre, che era fuori città per lavoro, ma stava rientrando. Prima di tutto ho spiegato e sottolineato alla madre che stava lasciando in strada un minorenne e che questo non era legale. Lei poi mi ha raccontato di essere spaventata sia dal giudizio delle persone che dalla possibilità che il figlio potesse trovare persone cattive sul suo percorso".

"Sono stato molto assertivo e ho cercato di farla ragionare, spiegandole che le persone possono dire quello che vogliono". E in questo modo la madre ha capito di aver commesso un errore. Fortunatamente in tutto questo tempo il padre ha assistito il figlio, ma anche l'ex moglie.

Ma perché ancora oggi capitano episodi simili? "Perché probabilmente ci sono ancora troppe aspettative sociali. Vorremmo sempre che i nostri figli vivano la vita che vorremmo noi. Ci dimentichiamo che, come ha detto Khalil Gibran, i figli non sono i figli nostri, ma dell'amore tra due persone. Purtroppo ancora oggi succede che il percorso di autodeterminazione di un ragazzo o ragazza continua a incontrare ostacoli sia in contesti di provincia che in città".

Aumentano le denunce

E infatti da settembre scorso sono arrivate molte segnalazioni sia da adulti che da adolescenti: "Soprattutto nella fascia transgender. Sono arrivate anche segnalazioni di attivisti che ricevono offese. Le discriminazioni arrivano spesso da uomini o donne etero, ma anche da persone omosessuali o che hanno un altro orientamento e che spesso non si accettano: è un tema molto complicato".

"Anche noi ci stiamo esponendo come persone e spesso subiamo discriminazioni che sono più labili e sottili. Spesso ci chiedono perché lo facciamo". E tante discriminazioni si registrano soprattutto a scuola: "Nel direttivo siamo quasi tutti insegnanti e abbiamo fondato l'associazione proprio perché ci siamo resi conto che nelle nostre realtà scolastiche, il problema della discriminazione c'è da anni".

"Ci sono poi alcuni Comuni che ci dicono che nelle loro realtà non c'è alcun tipo di problema. Probabilmente però se si aprisse uno sportello in ogni Comune, sarebbe come aprire il vaso di Pandora. Devo dire la verità operando in Brianza, abbiamo notato che c'è una sub-cultura da oratorio dove si attorcigliano idee un po’ bigotte sull’accettazione dell’altro. E tutto questo avviene nonostante le parole di Papa Francesco: con le sue ultime dichiarazioni, speravamo che si aprisse uno spiraglio di luce negli oratori, ma par proprio di no".

La politica e la lotta contro l'omotransfobia

La lotta contro l'omotransfobia è diventata in Italia terreno fertile per lo scontro politico tra destra e sinistra quando "Non deve esserci dietro alcuna ideologia per contrastare l'odio. A fine gennaio con l'associazione abbiamo fatto un incontro tripartisan invitando personalmente tutti i candidati brianzoli alle Regionali. Si sono presentati solo due schieramenti. Dal nostro punto di vista deve essere una battaglia comune, mi piace ricordare che in Francia la lotta alla omobintransfobia l'ha fatta anche il partito di Marine Le Pen: non c'è destra o sinistra che regga, dal punto di vista ideologico".

"Alle Regionali avevamo visto i vari programmi presentati dai partiti. Qualcuno sul tema era più avanti perché magari avevano presentato proposte di legge sul tema. Il candidato Pierfrancesco Majorino aveva voluto incontrare la nostra associazione perché intenzionato ad aprire in Brianza una casa arcobaleno che, se dovessero ripetersi casi come quello del ragazzo di Vimercate, sarebbe un modo per ospitare gratuitamente qualcuno".

L'Associazione prosegue con il suo lavoro tanto che per domani è previsto un incontro con professionisti del settore e testimonianze dirette che si concentrerà sul tema: Cosa significa essere persone autistiche e transgender? Come incide la neurodivergenza, ovvero il non avere caratteristiche neurotipiche, sulla identità di genere e viceversa? Quali opportunità e risorse lavorative e professionali esistono per persone autistiche e transgender?

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