Lupo decapitato e appeso a un cartello stradale in Valchiavenna

Appesa all'ingresso del paese, come un macabro trofeo. Un monito per chi oltrepassa la frazione di Era, comune di Samolaco, all’imbocco della Valchiavenna (Sondrio). Una testa di lupo mozzata e insanguinata, accanto a un cartello che recita minaccioso: "I professori parlano, gli ignoranti sparano".
La minaccia del lupo
Ma un monito per chi? Cosa significano le parole scritte in nero sul lenzuolo?
Da tempo la piana di Samolaco è attraversata da questi animali predatori, e le segnalazioni si sono moltiplicate. Branchi di lupi che attraversano la strada, mettendo in pericolo gli automobilisti di passaggio, e che di notte fanno razzia di pecore negli ovili. Così come del bestiame al pascolo, che viene spesso aggredito all'improvviso dalle bestie feroci.
Giustizia privata
Il lupo, insomma, da tempo è una seria minaccia per gli animali e gli allevatori della zona. Che hanno così evidentemente deciso di dare un segnale forte, attraverso un atto sanguinoso di giustizia fai-da-te: uccidendo un lupo, e affiggendone la testa in pubblica piazza. Un avvertimento alle autorità, per loro. Uno spettacolo raccapricciante, per gli abitanti della valle.
Vietato uccidere il lupo
Ma più che altro gesto crudele, e sopratutto un reato sanzionato penalmente. Il lupo, infatti, è considerato specie protetta dalla legge: la sua cattura, detenzione e uccisione, anche se a fini di protezione dell'ecosistema e delle altre specie animali, sono illegali. Il suo impatto sul bestiame della zona però è importante, e spesso ha una portata dannosa. Come limitare dunque la proliferazione di questo animale selvatico?
"I professori parlano, gli ignoranti sparano". Davvero sparare è la giusta soluzione?