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Lombardia, ospedali senza infermieri: “Rimescolano quelli che ci sono, spostandoli”

Con l’attivazione dei due ospedali in Fiera a Milano e Bergamo, decisa per fare fronte all’impennata di casi di Coronavirus e ricoveri in Lombardia, emerge il problema legato al personale da impiegare. La denuncia di Angelo Macchia, responsabile di Nursing Up Lombardia: “La Regione rimescola gli infermieri che ci sono – dice a Fanpage.it – praticamente vogliono sguarnire gli ospedali per foraggiare le due Fiere”.
A cura di Giulio Cavalli
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L'arrivo dei primi pazienti all'ospedale in Fiera a Milano
L'arrivo dei primi pazienti all'ospedale in Fiera a Milano

Il presidente Fontana e l’assessore Gallera annunciano in pompa magna l’attivazione delle strutture di Fiera Milano (oggi i primi ricoveri) e della Fiera di Bergamo per affrontare l’impennata della pandemia in Lombardia. Ma dove troveranno gli infermieri e il personale per gestire i due nuovi ospedali "Rimescolano gli infermieri che ci sono, semplicemente", spiega arrabbiatissimo a Fanpage.it Angelo Macchia, responsabile di Nursing Up Lombardia, uno dei sindacati che rappresenta la categoria.  Macchia racconta di una riunione che si è svolta due giorni fa alle ore 12 tra la Direzione Generale Welfare – Regione Lombardia, rappresentata dal dottor Salmoiraghi, e le Organizzazioni sindacali firmatarie di contratto, per comunicazioni urgenti in merito all’evolversi della situazione epidemiologica legata al Covid -19. In quell’occasione la Regione ha evidenziato i dati allarmanti (soprattutto nelle zone di Milano, Monza e Brianza e Varese) comunicando l’emanazione di una Delibera urgente da Parte della Giunta Regionale con i provvedimenti da assumere.

"Ci hanno convocato a mezzogiorno e hanno fatto la delibera nel pomeriggio, dovevamo essere coinvolti prima – dice a Fanpage Macchia – e cosa hanno pensato? Praticamente vogliono sguarnire gli ospedali per foraggiare le due Fiere". La Regione scrive: "Il personale infermieristico dovrà provenire preferibilmente dall’area critica degli ospedali o comunque essere in possesso delle competenze adeguate pe l’assistenza a tale tipologia di pazienti". Ma gli infermieri non ci stanno: "Anche i bambini dell’asilo sapevano che il virus tornava in autunno. Con quale coraggio adesso le aziende, ogni azienda, dovrebbero dare una quantità di anestesisti e infermieri sguarnendo gli ospedali? È il cane che si morde la coda. Noi la rispetteremo ma non è così che si fa", dice Macchia.

Il rappresentante di Nursing up: La politica si è fatta trovare impreparata

In effetti, si sa da tempo, il sistema sanitario di Regione Lombardia non ha "esuberi" da poter spostare negli ospedali approntati per il Covid ma anzi lamenta da anni un’estrema carenza di personale infermieristico. La coperta era già corta e non si potrà sicuramente allungare miracolosamente oggi. "Noi, come sindacato Infermieristico, – aggiunge il rappresentante di Nursing Up – condanniamo fermamente il fatto che la politica si sia fatta trovare impreparata alla situazione attuale di emergenza. Le assunzioni di personale andavano fatte a tempo debito e non ora in piena recrudescenza della pandemia. Le integrazioni degli organici avrebbero dovute essere ampiamente previste e programmate in tempo utile, onde permettere i percorsi di formazione/addestramento indispensabili nella attuale situazione di alta complessità assistenziale. Rimproveriamo alla politica quantomeno l’incapacità di programmazione di interventi strutturali che ora siamo costretti a subire con misure emergenziali come quelle delineate nella DPR 3702 del 21.10.2020″.

La situazione attuale? "Veramente un disastro – spiega Macchia – Ai primi di settembre dovevano avere delle forze delle risorse pronte e addestrate. Avevano l’input dal governo di ampliare i posti di rianimazione. Ora ci dicono ‘noi non troviamo più nessuno'. È una situazione incredibile". Macchia racconta di avere avuto proprio stamattina un confronto con il Direttore Amministrativo dell’Asst (Azienda socio sanitaria territoriale) Sette Laghi che deve ‘mettere a disposizione' (quindi spostare) 42 infermieri e 14 anestesisti, sperando di riuscire a reggere l’urto. Tutto questo accade con gli infermieri che non hanno ancora metabolizzato la stanchezza e lo stress della precedente ondata e ora si ritrovano ancora richiamati in prima linea, con straordinari che non sono ancora stati pagati e con l’essere passati da “eroi” a vittime di promesse che sono state disattese.

Sulla vicenda è intervenuto anche Luigi Piccirillo, consigliere regionale del Movimento 5 Stelle e membro della III Commissione sanità, che a Fanpage.it dice: "Siamo al paradosso. Regione Lombardia per rimediare alle proprie carenze sta pensando bene di mettere in difficoltà i territori, depauperando i nosocomi attivi nelle varie province lombarde per trovare personale a favore di una struttura (l'ospedale in Fiera a Milano) pensata male e che ora sta rivelando tutte le sue lacune. È la plastica rappresentazione del fallimento d'un sistema che sta andando in onda all'ombra di Palazzo Lombardia. Fontana e soci – continua Piccirillo – pur di non riconoscere le loro manchevolezze provano qualsiasi soluzione, compreso l'assurdo proposito di deviare personale da altre strutture, scoprendo realtà a loro volta funzionanti sul filo di lana ma per lo meno in equilibrio… Per ora. Mi oppongo con forza a questo tipo di procedure, al contrario propongo il potenziamento delle realtà presenti sui territori, contrari alla realizzazione ex-novo di carrozzoni che non possono avere futuro". Intanto oggi in Lombardia sono quasi 5mila i nuovi positivi, con 346 nuovi ricoverati.

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