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Lombardia, oltre 600 neospecializzandi pronti a lottare contro il Covid e bloccati dalla burocrazia

Ancora bloccato il concorso di specializzazione per gli ospedali: al bando hanno aderito oltre 23mila medici per 14mila posti. Un esercito di specializzandi che, anche se ancora non formati, potrebbero alleggerire la pressione nei reparti e negli ospedali, afflitti da cronica carenza di personale. In Lombardia sono oltre 600 i posti non ancora assegnati in specializzazioni necessarie per combattere il Covid, tra anestesisti, pneumologi e virologi.
A cura di Ilaria Quattrone
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Sono 23mila gli studenti di medicina che hanno partecipato al concorso 2020 di specializzazione in ospedale: 23mila partecipanti per poco più di 14mila posti. Un concorso che si è svolto il 22 settembre e di cui ancora non si conosce l'esito. La graduatoria definitiva, che sarebbe dovuta essere pubblicata il 6 ottobre, è ancora un miraggio lontano. Questa è attesa per il 23 novembre, ma ancora non ci sono certezze. I troppi ricorsi nei tribunali amministrativi regionali hanno rallentato le procedure burocratiche lasciando a casa tantissimi medici proprio durante l'anno della pandemia da Coronavirus.

In Lombardia oltre 600 posti ancora non assegnati nelle specializzazioni necessarie a combattere il Covid

In particolare in Lombardia sono ancora vacanti: 288 posti per anestesia, quando proprio gli anestesisti sono i più richiesti tanto da essere sottratti negli ospedali lombardi per essere inviati all'Ospedale Fiera Milano, 172 per Medicina di emergenza-urgenza, 64 posti per Pneumologia, 59 per malattie infettive e 22 per Virologia. È chiaro che questi nuovi specializzandi non potrebbero essere risolutivi nella gestione della pandemia, ma le loro figure potrebbero essere di grande aiuto: "L'entrata di nuovi specializzandi avrebbe infatti allentato un po' la pressione negli ospedali. I reparti vanno immaginati come degli organi vivi in cui ci sono sia compiti banali che complessi da svolgere. Se nessuno svolge quelli banali – come potrebbero fare i nuovi entrati – bisognerà impegnare altri colleghi, che aggiungeranno questi ai compiti più complessi" spiega a Fanpage.it, l'Associazione Libera Specializzandi.

Oltre mille ricorsi bloccano la graduatoria definitiva

Il problema dei ricorsi si trascina ormai da diversi anni. Se prima però se ne contavano qualche centinaio, adesso invece sono oltre il migliaio: "Ogni anno ci sono studi legali che millantano la possibilità di fare ricorso tramite il tar per consentire a chi non ce l'ha fatta di poter entrare in specialità. E in effetti dopo quattro o cinque anni questo succede. Quest'anno però il numero è cresciuto e quindi, vista la mole di ricorsi, è stata bloccata la graduatoria così da valutarne la legittimità", spiega Nicola Guareschi, membro del direttivo dell'Associazione. A cambiare non è solo il numero di ricorsi, ma anche la tipologia: "Solitamente ci si appella per le domande sbagliate, quest'anno invece – precisa Giammaria Liuzzi, altro membro dell'Associazione – anche per alcune incostituzionalità presenti nel bando". Tra queste l'esclusione dei medici di medicina generale. Il Miur aveva deciso di impedire a chi frequenta il corso di Medicina Generale (MMG) di partecipare al concorso, a meno di un abbandono del posto già occupato: "Ed è incostituzionale – continua Liuzzi – che una persona si debba dimettere da una cosa pubblica per un'altra sezione pubblica".

Aumentano i posti di specializzazione, ma i risultati si avranno tra 5 anni

Il blocco della graduatoria per problemi burocratici appare quindi come un controsenso rispetto alla richiesta – da parte di istituzioni e direttori sanitari – di medici negli ospedali. Un reclamo a cui il governo aveva risposto, nei mesi precedenti il concorso, con l'aumento dei posti di specializzazione: "Questo è un dato positivo, purtroppo però vedremo i risultati solo tra quattro o cinque anni. Gli specializzandi di oggi saranno i medici del 2024-2025" affermano i due dottori. Secondo l'associazione, l'assenza di medici è il risultato di anni di scarsi investimenti e troppi tagli alla sanità: "Se cinque anni fa, invece di tagliare, si fossero ampliate le risorse forse ora non avremmo questo problema. Le poche borse di studio in palio al concorso creano infatti un imbuto formativo. Ogni anno infatti si laureano circa 20mila medici, ma solo poco più di 13mila entrano alla specializzazione. Vengono quindi lasciati fuori più di 7mila persone che potrebbero invece essere prontamente impiegate negli ospedali".

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