Licenziata maschera della Scala, il sindacato: “Gridò ‘Palestina Libera’ quando arrivò Giorgia Meloni a teatro”

Il teatro alla Scala di Milano avrebbe licenziato una delle sue maschere che, secondo quanto riferito dal sindacato Cub (Confederazione Unitaria di Base) Informazione e Spettacolo del teatro, prima del concerto dello scorso 4 maggio ha gridato "Palestina Libera" all'arrivo della presidente del Consiglio Giorgia Meloni, mentre la premier faceva il suo ingresso nel palchetto reale.
"Evidentemente per la direzione – scrivono i sindacalisti in una nota – la giovane ha detto qualcosa da punire severamente. Nel provvedimento di licenziamento, firmato dal sovrintendente Fortunato Ortombina, viene sottolineato che ella ha tradito la fiducia disobbedendo a ordini di servizio ma a noi vien da dire che lei ha dato retta alla sua coscienza. L’obbedienza non è più una virtu’, così come scrisse Don Milani".
La Confederazione, infine, ha annunciato di voler mettere in capo "tutte le azioni sindacali per difendere questa coraggiosa ragazza a cui va la nostra massima solidarietà. Difenderemo il diritto al lavoro e il diritto a manifestare il proprio pensiero. In questo Teatro sembra di assistere al restringimento di tutti gli spazi democratici in sintonia col decreto sicurezza che il governo ha appena sfornato".
Sul licenziamento si è pronunciato anche Pierfrancesco Majorino, capogruppo del Pd in Consiglio regionale della Lombardia: "Mi pare un provvedimento assolutamente spropositato – ha detto – Vogliamo vederci chiaro e comprendere esattamente la reale dinamica dei fatti. Non mi permetto di entrare nel merito di valutazioni che non spettano a me; tuttavia, mi chiedo cosa possa essere accaduto per giustificare una decisione tanto drastica".
Anche Elisabetta Piccolotti di Alleanza Verdi Sinistra ha commentato la notizia: "Potevano farle un richiamo disciplinare ma questo clima giustifica provvedimenti estremi come questo. Viviamo in un Paese che sta perdendo la libertà di espressione, che punisce chi protesta, che identifica chi mostra una bandiera, che mette in carcere chi lotta per il posto di lavoro o contro l'assenza di politiche capaci di affrontare il cambiamento climatico".